Il Mediterraneo non è un mare di morti – 28.05.2015

Il Mediterraneo non è un mare di morti

Le associazioni si rivolgono alle Istituzioni

Milano, 20 maggio 2015 - SOS VILLAGGI DEI BAMBINI, AIMMF, AGEVOLANDO, CNCA, CNCM, COORDINAMENTO DELLE COMUNITÀ DI ACCOGLIENZA PER MINORI DELLA REGIONE MARCHE, FONDAZIONE DOMUS DE LUNA, LA CONSULTA DIOCESANA DI GENOVA, TERRA DEI PICCOLI ONLUS, sostenuti da VITA.IT (http://www.vita.it/it/article/2015/05/19/il-mediterraneo-non-sia-una-tomba/134255/) chiedono atti di coraggio alle Istituzioni.
 
Una lettera aperta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, al Presidente del Senato Pietro Grasso, alla Presidente della Camera Laura Boldrini in cui si richiedono atti di responsabilità e si promuove una visione comune di indirizzo organizzativo e culturale sui temi del riconoscimento dei diritti, della pace e della salvaguardia delle vite umane.
 
Dal 2000 al 2013 sono morti più di 23 mila migranti nel tentativo di raggiungere l’Europa via mare o attraversando i confini via terra del vecchio continente.
Una strage con un bilancio simile a quello di una guerra per dimensioni e numero di decessi - in media più di 1.600 l’anno.
 
Una delle tratte più pericolose è quella che coinvolge le acque del Mediterraneo tra l’Africa e il sud Italia: un vero e proprio cimitero sommerso, come fosse il campo di una battaglia per la sopravvivenza che i migranti combattono contro il mare e le guerre che si lasciano alle spalle, salendo sui barconi della morte che li dovrebbero portare verso la libertà. Non bastano i radar costieri e le avanzate tecnologie di sorveglianza: tirando le somme, tra il 2000 e il 2013 almeno 6.400 tra donne, uomini e bambini sono morti nel tentativo di raggiungere Lampedusa (quasi 8.000 se si allarga lo spettro all’intero Canale di Sicilia). Secondo i dati annunciati dall’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati almeno 3.419 migranti hanno perso la vita nel Mediterraneo da gennaio 2014, 1.754 morti nel mar Mediterraneo dall'inizio del 2015.
 
Questa tragedia è espressione di una modalità migratoria inaccettabile, da cui scaturiranno altre sofferenze e altre morti, e che si preannuncia devastante nei mesi a venire.
Il Trattato dell'Unione Europea all'art. 3 dichiara che l'Unione si prefigge di promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli e garantisce inoltre misure appropriate per quanto concerne i controlli alle frontiere esterne, l'asilo, l'immigrazione, la prevenzione della criminalità e la lotta contro quest'ultima.
 
  • Alla politica italiana chiediamo un atto di coraggio e di percorrere, con le associazioni e le istituzioni che si sono distinte per capacità e reattività, la strada della giustizia sociale attraverso la definizione di un piano per l’accoglienza di durata decennale e un deciso contrasto ai trafficanti di morte.
 
  • Chiediamo il ripristino dell’intervento di soccorso in mare attraverso un'operazione come “Mare Nostrum” in termini di mezzi, competenze e mandato estendendo l’area operativa dove si verifica la maggior parte delle morti.
 
  • Chiediamo che il Governo si faccia portatore, in ambito Europeo, di costruttivi contatti con le forze di pace dei Paesi di origine, in cui la vita e la libertà sono fortemente minacciate, finalizzati anche a creare possibili 'corridoi umanitari'.
 
  • Per la protezione dei minori, chiediamo la rigorosa e piena applicazione della Convenzione ONU sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza e delle raccomandazioni specifiche all’Italia adottate da parte del Comitato ONU nel 31 ottobre 2011, dei regolamenti e delle direttive Europee sui principi essenziali dell’accoglienza.
 
  • Inoltre chiediamo che l’Italia sia più attenta nel versare, in favore dei paesi in via sviluppo, lo 0,7% del proprio reddito nazionale lordo e quindi il pieno rispetto dell’obiettivo definito dall’Onu per l’aiuto a partecipare alla crescita economica dei paesi in via di sviluppo.
 
  • Rispetto al diritto di asilo, assicurato dalle nostre leggi, dalla costituzione e dai trattati internazionali, chiediamo che siano velocizzate e semplificate le operazioni di identificazione dei richiedenti asilo presso consolati ed ambasciate all’estero permettendo così alle persone che ne hanno il diritto di venire in Italia senza rischiare la vita.
 
Le realtà del no profit, firmatarie di questa richiesta politica, secondo le proprie prerogative e finalità, si impegnano ad attivare o sostenere, anche attraverso la costituzione di fondo emergenziale, costituito da risorse economiche, mezzi e persone finalizzate ad interventi di assistenza e in difesa delle vittime e dei migranti nel Mediterraneo.
 
 
Per aderire all’iniziativa scrivere una mail a: mediterraneo@vita.it