Migranti
– 19.06.2020
"Bambini prima che migranti". L'importanza del benessere psicologico per una vera integrazione
"La nostra azione si concentra sul rafforzamento del benessere psicologico di bambini e ragazzi, che passa, prima di tutto, da un’attività di promozione della salute mentale e del benessere psico-sociale rivolta alla comunità e alle famiglie".
Giornata mondiale del rifugiato 2020
Intervista a Orso Muneghina
Responsabile Programmi Internazionali ed Emergenza - SOS Villaggi dei Bambini
Gli interventi di SOS Villaggi dei Bambini a favore dei Migranti in Italia sono indirizzati fondamentalmente a due target: Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA) e giovani richiedenti asilo da una parte, dall'altra famiglie, principalmente nuclei composti da mamme con bambini. In breve, quali sono gli obiettivi e le azioni chiave su queste due diverse tipologie di target?
SOS Villaggi dei Bambini si impegna a garantire ai Minorenni Stranieri Non Accompagnati il diritto di essere bambini, prima ancora che quello di essere migranti. Tale condizione implica che ai bambini e ai ragazzi accolti nei nostri servizi venga assicurato il diritto alla salute, al gioco, all’educazione, all’accoglienza, come a tutti gli altri diritti presenti nella Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia.
La risposta all’emergenza, che offriamo come SOS Villaggi dei Bambini, si integra con quelle dei principali attori del sociale sul territorio di riferimento - nello specifico della Calabria, del Piemonte e della Sicilia - con cui collaboriamo attivamente.
La nostra azione ha un focus particolare sul rafforzamento del benessere psicologico di bambini e ragazzi, che passa, prima di tutto, da un’attività di promozione della salute mentale e del benessere psico-sociale rivolta alla comunità e alle famiglie.
I minorenni, infatti, si trovano a vivere l’esperienza difficile della migrazione, per cui risulta necessario il supporto e la qualificazione dei servizi e della comunità di accoglienza.
Allo stesso modo, viene dedicata particolare attenzione alla famiglia attraverso i nostri Programmi di sostegno familiare e di accoglienza di nuclei mamma con bambino. La famiglia, infatti, riveste un ruolo fondamentale nella promozione del benessere psicologico di bambini e ragazzi, soprattutto se in situazioni di maggiore vulnerabilità.
Ogni nostro progetto nasce da un’analisi attenta di bisogni e risorse, intesi sia come individui, sia come territorio. Si tratta, infatti, di un’analisi contestualizzata, che tiene conto delle peculiarità delle aree che accolgono il minorenne, in modo che possa essere garantito un servizio adeguato alle esperienze e alle realtà che il bambino o il ragazzo si troverà a vivere.
In seguito, si predispone l’intervento, che viene orientato rispetto a tre ambiti principali: contrasto alla povertà educativa, che implica il diritto allo studio, la promozione della salute mentale e gli interventi di supporto psico-sociale e l’inserimento nel mondo del lavoro.
Nel Programma di Crotone, così come nel progetto EPSUM, a Palermo, uno dei capisaldi dell'intervento di SOS Villaggi dei Bambini in favore dei MSNA è il lavoro sugli aspetti psico-sociali e sulla salute mentale dei ragazzi. Quali sono le principali fragilità emotive e mentali dei giovani migranti, come ci lavorate e che risposte state raccogliendo, nel tempo?
I ragazzi migranti sono spesso esposti ad avversità multiple, che li hanno portati ad abbandonare il Paese di origine e intraprendere un viaggio difficile lungo anche anni. Durante il percorso, possono essersi trovati ad affrontare numerose crisi e condizioni stressanti.
Anche l’arrivo in Italia è fonte di stress per i minorenni migranti a causa dell’incertezza del proprio stato, dell’accoglienza a loro riservata e della qualità della comunità in cui si trovano.
Tale condizione può generare risposte diverse, dalla patologica (es. Sindrome da Stress Post Traumatico/PTSD, depressione e ansia), a risposte non patologiche ma comunque espressione di sofferenza. Bambini e ragazzi, tuttavia, sono resilienti e, se adeguatamente supportati da misure preventive (e laddove necessario curative), sono in grado di recuperare pienamente e stare meglio.
La maggioranza dei bambini e ragazzi accolti (70-85%), infatti, riesce a reagire bene rispetto a quanto vissuto, se viene dedicato loro un adeguato supporto psico-sociale.
Il 10-20 %, invece, con bisogno di supporto specifico per condizioni pregresse o esacerbate durante il percorso migratorio, necessita di un percorso specifico di supporto (es. counselling mirato).
Il 5-10% dei minorenni accolti, infine, ha bisogno di un intervento specialistico, come quello che può garantire uno psichiatra.
Nel percorso di recupero di ogni individuo è spesso di grande aiuto la progettualità: darsi un obiettivo da perseguire e realizzare delle attività concrete per raggiungerlo. Che importanza hanno le esperienze manuali e laboratoriali nei vostri programmi?
Con i percorsi di formazione informale è stato possibile promuovere il benessere individuale e sociale dei ragazzi, tramite l’acquisizione e l’esercizio di competenze immeditatamente spendili.
Dal 2017 al 2019 a Crotone e a Lamezia Terme (Calabria) SOS Villaggi dei Bambini ha avviato e terminato alcuni percorsi di formazione informale, con il fine di mettere in relazione i Minori Stranieri Non Accompagnati e il territorio. Nello specifico, abbiamo collaborato con piccole imprese e associazioni di ciclomeccanica e di apicoltura del territorio calabrese.
Si è trattato di un progetto di grande importanza, volto a offrire la possibilità concreta per i ragazzi accolti di sperimentarsi in qualcosa che garantisse un risultato visibile a sé stessi e agli altri.
Durante il percorso formativo di apicoltura, i ragazzi hanno avuto occasione di affrontare e superare la paura delle api e di prendersi cura di un insetto, inizialmente fonte di poca soddisfazione, fino a quando tale azione ha portato alla produzione del miele.
Tale realizzazione ha comportato una grande gratificazione per i giovani, con significative ripercussioni a livello psicologico. Questi percorsi professionalizzanti sono infatti sempre stati condotti unendo un’attenzione anche alla componente di promozione della salute mentale, attraverso laboratori incentrati sullo sviluppo ed esercizio delle life skills.
Per quanto concerne la formazione sia di apicoltura che di ciclomeccanica, ragazzi migranti e italiani hanno lavorato a fianco, in coppia o in team, sconfiggendo insieme la marginalità e l’isolamento. I laboratori hanno consentito ai giovani sia di collaborare in gruppo, arrivando ad assumere decisioni insieme agli altri ragazzi, ma anche di percepirsi e di essere accolti come risorsa per tutto il territorio, a servizio di tutta la comunità, ad esempio assemblando biciclette per aumentare la mobilità su due ruote della cittadinanza di Crotone.
Un giovane migrante che porta a termine il suo percorso può diventare una nuova risorsa per aiutare nuovi ragazzi, più giovani. C'è una simile esperienza anche nei vostri programmi?
Sì, è possibile trovare una simile dinamica in particolare nel Progetto EPSUM (Enhancing PsychoSocial wellbeing of Unaccompanied Minors), attivato da SOS Villaggi dei Bambini nel territorio di Palermo (oltre che in Grecia, Svezia e Olanda), in collaborazione con le realtà di accoglienza locali. Il progetto, co-finanziato dalla Commissione Europea, prevede che venga utilizzata la metodologia Team Up, sviluppata dai nostri partner della War Child Coalition (War Child Holland, Save the Children Netherlands e Unicef Netherlands) e implementata con successo in diversi Paesi dell’Europa e del mondo.
L’intervento di supporto psico-sociale è dedicato ai Minori Stranieri Non Accompagnati, mentre la relativa formazione è rivolta ai giovani ex MSNA e agli adulti, professionisti e non, che si occupano di loro. Questo consiste in una serie di attività ludiche, basate sul movimento, che consentono ai minorenni di esprimere le proprie emozioni e a chi si prende cura di loro di rilevare eventuali segnali di disagio.
Il percorso dei ragazzi da formare è appena iniziato e si concluderà nel 2020, in modo da offrire loro la possibilità di sperimentarsi, in ottica peer2peer, a partire dal 2021.
C'è una storia che hai conosciuto da vicino, in questi programmi, che ti ha particolarmente toccato?
Esistono innumerevoli storie, tristi e felici, ma tutte straordinarie, da cui è possibile evincere l’entusiasmo e la resilienza di ragazzi che hanno avuto esperienze che, anche per noi adulti, risultano spesso diffcilmente immaginabili.
L’aspetto che tocca particolarmente e che accomuna tutti i racconti dei ragazzi consiste nella forza di re-inventarsi e nel desiderio di farcela non solo per loro stessi, ma anche per aiutare altri che ancora non ce l’hanno fatta. È bello ed emozionante poter accompagnare tale processo.