Villaggi SOS – 06.02.2020

Dall'Italia al Cile: Sabrina alla ricerca delle sue radici nei Villaggi SOS

È stata adottata 30 anni fa da una famiglia italiana. Oggi è di nuovo in contatto con i suoi fratelli, che sono cresciuti nei Villaggi SOS del Cile. "Sono stati fortunati, grazie a voi si sono salvati. Ora voglio raccogliere fondi per le persone che hanno aiutato i miei fratelli e sorelle".

Il 2 febbraio Sabrina è partita alla volta del Cile per incontrare i suoi fratelli e sorelle biologici. Si è riunita con loro grazie a internet ed ha scoperto che 3 di loro sono cresciuti nei Villaggi SOS cileni, circondati da amore e affetto. Questa la mail che ci ha scritto, dove racconta la sua storia e la sua volontà di ringraziare di persona tutti gli operatori di SOS Villaggi dei Bambini in Cile che hanno salvato la vita ai suoi fratelli e sorelle.

"Sono nata in Cile nel 1989. Da 30 anni vivo in Italia a Trento, insieme alla mia bellissima famiglia adottiva, al mio ragazzo Fede e al mio gatto Thor. Sono una Designer di Moda, amo il cibo e ho paura dei palloncini, fatta eccezione per quelli ad elio. Da poco ho deciso di cercare la mie radici e la mia famiglia biologica. Questa è la mia storia.

Se dovessi descrivere la mia infanzia, me la immagino come una tranquilla stradina di campagna, in pianura, come quando scegli la modalità di gioco Principiante. La nostra è una storia piena di risate, viaggi col Camper, pranzi coi parenti, le domeniche pomeriggio a casa della nonna, cugine con cui correre in cortile dopo i compiti, ginocchia sbucciate e Messe delle 10.00 col vestito della festa. Sono sicura che chi come me ha vissuto quei bellissimi anni '90 di provincia sa di cosa sto parlando. Quando ero piccola io e i miei genitori facevamo un gioco. Mia madre, la Meri, faceva finta di ricevere una telefonata dal Cile (da un tale che guarda caso aveva sempre la voce di mio padre), che le diceva che Sabrina, era pronta per essere adottata e li stava aspettando. Ci imbarcavamo tutti e 3 su un aereo che ancora oggi esiste nella mia fantasia, attraversavamo l’Oceano Atlantico, sorvolavamo le Ande dal lettone matrimoniale, e ci ritrovavamo a Penco, sulla costa cilena. Questa potrebbe essere l’introduzione perfetta della mia storia, quella di una bambina che da sempre si è considerata speciale perchè arrivava dall’altra parte del mondo. E forse questo è il motivo per cui da sempre ho la curiosità naturale di conoscere chi ha avuto il coraggio di lasciarmi vivere una vita migliore, piena di amore, possibilità e avventure.

Ci sarà qualcuno con lo stesso colore dei miei occhi? E le mie mani un po’ tozze da dove arrivano? Ecco, per quelle vorrei fare un reclamo... Mi sento italiana e soprattutto trentina fino al midollo, ma a volte ho la sensazione di avere una sobrietà e un temperamento non proprio tipicamente nordici.

Avevo solo 8 anni quando nel 1998, i miei polmoni respirano per la prima volta l'aria del Cile. Ricordo la strana sensazione dei raggi solari estivi di febbraio che mi abbracciano, e il percepire di camminare nelle strade di Santiago alla scoperta della mia terra natale e della mia cultura. È stata un’emozione forte ritrovarmi lì, e da quel momento nel mio cuore si è palesata una certezza: quella che un giorno avrei conosciuto la mia storia. Ricordo di essere tornata in Italia e di aver scritto il tema di Italiano per la maestra Tiziana, si intitolava: Il Viaggio in Cile. E la cosa buffa, è che anche lei ricorda con affetto quel mio compito.

Ed è così che arriviamo al giorno in cui, più o meno 20 anni dopo, ho scoperto di essere l’ultima di 9 fratelli, la più piccola e anche la più fortunata. Sono tutti in Cile, alcuni di loro hanno vissuto nei Villaggi SOS, altri da parenti, altri invece non ce l’hanno fatta. La Leti, la mia mamma naturale, sta bene, vive con Mauricio, uno dei miei fratelli a Santa Juana, e vende tortillas per guadagnare qualcosina. Un vortice di emozioni mi colpisce dritto in faccia, ma per fortuna c’è mia sorella biologica Karina, la prima con cui ho avuto un contatto, il 21 giugno 2019, ed è lei che mi guida e mi aiuta con il mio spagnolo un po’ arrugginito dai tempi del Liceo.

Io faccio parte di questa élite fortunata di bambini che sono stati considerati idonei per essere dati in adozione. Molti dei bambini che vivono in contesti familiari precari e in difficoltà, vengono accolti in strutture dedicate all’infanzia. La vita all’interno di queste luoghi è scandita dal lavoro e dall’affetto degli educatori. Questo è il caso di 3 dei miei fratelli biologici, che sono cresciuti all’interno del Villaggio SOS di Conception. Per i miei 30 anni, lo scorso 28 luglio, ho deciso di riunire tutta la mia famiglia e i miei amici sotto a un tendone per festeggiare ma anche per raccontare loro quello che mi stava accadendo. Ho informato tutti che sarei partita alla volta del Cile per conoscere la mia famiglia e la mia cultura, ma soprattutto che mi sarebbe piaciuto portare qualcosa ai bambini dei Villaggi SOS, perché solo grazie a questa realtà i miei fratelli sono cresciuti circondati da affetto e cure. Ed è così che è iniziato il progetto "I am Sabrina", una raccolta fondi attraverso gofoundme. Ma non solo: ho aperto anche un blog in cui racconto la mia storia, la mia personale testimonianza sull’adozione e il percorso che mi ha portato fino a qui. Documenterò il mio viaggio a puntate attraverso YouTube. Mi piacerebbe che questo fosse solo l’inizio di un racconto fatto di più storie, esperienze utili anche a raccogliere fondi per tanti progetti speciali.

A tutti voi che mi leggete, grazie."

Il nostro grande in bocca al lupo a Sabrina! Seguiremo anche noi il suo viaggio in Cile alla scoperta dei Villaggi SOS dove sono cresciuti i suoi fratelli.

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