SOS Villaggi dei Bambini - Salute
– 26.05.2021
Ripensare il supporto alla Salute Mentale durante la pandemia
Nell'ultimo anno stress e preoccupazioni causati dell'emergenza Covid19 hanno colpito particolarmente bambini e ragazzi. In questo contesto vivere in un ambiente famigliare fragile porta maggiori probabilità di sviluppare disturbi mentali a lungo termine.
Nell'ultimo anno, tutti abbiamo sperimentato un certo livello di stress e preoccupazioni derivanti dalla paura di contrarre il virus Covid19, dai cambiamenti nello stile di vita, dovuti alle misure restrittive, e la costante esposizione a notizie preoccupanti sulla pandemia. Questi fattori di stress hanno contribuito all'aumento dei disturbi mentali in tutte le età.
I bambini e ragazzi sono stati particolarmente colpiti, non solo per i drastici cambiamenti che le restrizioni hanno portato alla loro vita, ma anche a causa della loro vulnerabilità ai livelli di stress sperimentati nell’ultimo anno proprio all’interno del nucleo familiare. I dati suggeriscono infatti che i bambini con un genitore in difficoltà hanno maggiori probabilità di sviluppare un problema di salute mentale.
Nel 2030 depressione e ansia saranno la prima causa di disabilità nel mondo
Si tratta di un problema urgente che se non viene affrontato in modo adeguato avrà delle conseguenze a lungo termine. Alcune stime indicano che i disturbi mentali comuni, come la depressione e l'ansia, diventeranno la prima causa di disabilità in tutto il mondo entro il 2030. A quel punto, avranno un impatto maggiore sulla salute globale rispetto alle malattie cardiovascolari e all'HIV/AIDS. Alla luce di queste previsioni l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha esortato i governi e gli organismi internazionali a includere il trattamento della salute mentale nei piani d’azione in risposta alla pandemia. Nello specifico, è stata garantita priorità ai metodi che combinino fattori psicologici, sociali e ambientali, denominati interventi psicosociali.
In questa direzione si è dimostrato particolarmente efficace l’intervento Problem Management Plus (PM+). SOS Children's Villages International, attraverso il Programma Globale di Esperti sulla Salute Mentale e sul Supporto Psicosociale, guidato da SOS Villaggi dei Bambini in Italia, ha promosso lo sviluppo, la ricerca e l'implementazione di PM+ nei programmi di rafforzamento familiare che forniscono assistenza ai bambini e alle famiglie più vulnerabili.
Che cos’è l’intervento Problem Management Plus?
L’intervento PM+ è rivolto a persone di età pari o superiore a 16 anni colpite da qualsiasi tipo di avversità e che sperimentano un certo livello di disagio. L’obiettivo è quello di ridurre i sintomi negativi più comuni legati alla salute mentale, come depressione e ansia. Si sviluppa in 5 sessioni, durante le quali le persone sono supportate attraverso l'uso di tecniche come problem solving, gestione dello stress, l'attivazione comportamentale e l'accesso al supporto sociale. La strategia PM+ è stata ampiamente testata attraverso studi scientifici e implementata in diversi contesti.
L’intervento è stato sviluppato dall’OMS per poter essere attuato anche da personale senza precedenti competenze specifiche in materia di salute mentale, che viene formato adeguatamente per offrire supporto a coloro che sono in difficoltà a livello psicologico.
Queste formazioni sono state progettate appositamente per contesti in cui il numero di professionisti nel settore della salute mentale è insufficiente a soddisfare le esigenze della popolazione.
Le potenzialità del supporto da remoto: l'intervento nostri programmi in tutto il mondo
A partire da maggio 2020, nei primi mesi della pandemia da Covid19, abbiamo iniziato a collaborare con la Croce Rossa e il Centro di Riferimento per il Supporto Psicosociale delle Società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (IFRC PS Centre) e la New School for Social Research (NSSR) di New York per adattare l’intervento PM+ anche da remoto.
Abbiamo attivato un ciclo di formazione per 24 operatori, tra il personale SOS e NSSR, negli Stati Uniti, in Grecia, Svezia, Italia, Nigeria, Belgio, Etiopia, Uganda, Ruanda, Sudafrica, Burundi, Somalia e Somaliland. La formazione è stata condotta da Kelly McBride e Sarah Harrison dell'IFRC ed è durata 10 giorni, per un totale di 80 ore di attività. Durante questo percorso, abbiamo offerto agli operatori varie modalità di apprendimento: dalle lezioni frontali alle dimostrazioni in diretta, dai giochi di ruolo alle discussioni di gruppo svolte su piattaforme digitali, consentendo anche ai partecipanti di ricevere feedback in tempo reale sulle competenze appena acquisite.
L’esperienza di formazione da remoto è stata descritta all’interno di un articolo scientifico che abbiamo pubblicato sulla rivista Intervention nel marzo 2021. Questo evidenzia il successo della formazione PM+ anche da remoto, la quale ha avuto evidenti benefici per tutti gli operatori coinvolti.
Tutto ciò che stiamo imparando sull'uso della tecnologia negli interventi psicosociali sarà utile come spinta a ripensare l’approccio alla salute mentale, per aumentare le nostre capacità nel sostenere la maggior quantità possibile di persone in tutto il mondo, anche oltre la pandemia.
Caterina Ceccarelli,
Consulente di Salute Mentale e Supporto Psicosociale per il Programma Globale di Esperti sulla Salute Mentale e sul Supporto Psicosociale