Progetto TeamUp Sud Sudan – 28.04.2022

Concluso a marzo il progetto TeamUp: Ready? Go!

“Dopo la scuola di solito mi fermo con gli altri bambini per fare TeamUp. Impariamo insieme nuovi giochi. È bello stringere nuove amicizie, perché ti aiutano ad affrontare insieme i problemi quotidiani. Mi piacciono molto i nostri facilitatori. Sono buoni leader e mi fanno sentire felice e al sicuro."

Racconta Adit, una bambina sud-sudanese che quest’anno ha partecipato al progetto “TeamUp: Ready? Go!” in Sud Sudan, realizzato da SOS Villaggi dei Bambini, in collaborazione con War Child, Save the Children International e Help a Child, concluso a marzo 2021.
Finanziato dalla Dutch Relief Alliance (DRA), il progetto ha l’obiettivo di contribuire, entro il 2023, al benessere psicosociale di 540.000 bambini colpiti da conflitti in Sud Sudan e nell'Africa sub-sahariana.

In quest’area del mondo, guerre, conflitti, violenze e altre crisi umanitarie hanno causato milioni di rifugiati interni, con conseguenti disturbi della salute mentale in circa 2,5 milioni di persone (UNOCHA, 2019), soprattutto bambini, a fronte di un impegno umanitario inferiore all’1%, a causa della mancanza di risorse sufficienti e professionisti.

La nostra risposta è TeamUp, intervento psicosociale basato sul movimento e sulla consapevolezza corporea, ideato da War Child, Save the Children e UNICEF. Attraverso il gioco, la danza, lo sport e la musica, TeamUp diminuisce lo stress e aumenta il benessere. I facilitatori TeamUp, operatori non specializzati ma formati, organizzano la sessione attraverso uno schema semplice e strutturato. Ogni attività ha un obiettivo specifico comportamentale, legato ad un tema psicosociale.

Nel progetto sono stati coinvolti 8000 bambini, tra cui quelli del nostro Villaggio SOS di Jouba e delle scuole adiacenti, consentendo loro di esprimere liberamente le proprie emozioni, di gestirle in modo efficace e di relazionarsi con i propri pari e con i loro adulti di riferimento.

“TeamUp ha cambiato Adit, che sta mostrando agli altri bambini della comunità che può fare tutte le stesse cose (indipendentemente dal fatto che abbia una gamba sola).”
Mamma di Adit

 

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