Conflitto a Gaza
– 01.04.2025
Come aiutare i bambini di Gaza
Il cessate il fuoco non ha certo risolto le sofferenze a cui sono sottoposti i bambini a Gaza, prime vittime di un conflitto che va avanti ormai da oltre un anno. I bombardamenti continuano e mietono vittime soprattutto tra i più piccoli. Tenere alta l’attenzione sul conflitto e chiedere a gran voce il rispetto del cessate il fuoco è senza dubbio un impegno concreto. Ma lo è ancora di più sostenere i minorenni rimasti senza famiglia, con un’adozione a distanza.
La situazione umanitaria a Gaza rimane estremamente critica. Nonostante le iniziali speranze di una riduzione delle violenze, il recente collasso del cessate il fuoco ha riacceso le ostilità, aumentando ulteriormente la sofferenza di bambini e famiglie. I palestinesi che abitano nella Striscia,, già costretti a vivere in condizioni di gravissima privazione, sono allo stremo. E il prezzo maggiore del conflitto lo stanno pagando i bambini, numerosissimi nella Striscia (gli under 14 rappresentano circa il 40% della popolazione). I numeri che li riguardano sono drammatici: oltre 14mila sono morti, circa 25.000 sono rimasti feriti, quasi tutti soffrono di malnutrizione, più di 17mila hanno perso la propria famiglia, 1 milione sono sfollati. Una tragedia che lascia senza fiato e che fa nascere una domanda: cosa si può fare per aiutare i bambini di Gaza?
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La tua voce contro la guerra in Palestina
La prima azione, che non costa nulla, è contribuire affinché non si allenti l’attenzione mediatica su ciò che sta accedendo, anche dopo il cessate il fuoco, e non ci si stanchi di chiedere a gran voce una pace duratura. C’è bisogno di parlare della Palestina, c’è bisogno di sapere cosa accade giorno per giorno nella Striscia, c’è bisogno che gli aiuti umanitari non si interrompano e che la diplomazia non smetta di cercare una soluzione definitiva. Già alcuni mesi fa, SOS Villaggi dei Bambini si è mossa a livello internazionale, insieme ad altre 20 Organizzazioni, per chiedere all’Unione Europea di impegnarsi per un immediato cessate il fuoco. L’appello, purtroppo, è rimasto a lungo inascoltato e i bombardamenti si sono fermati solo ad inizio 2025. Di questi lunghi mesi di guerra abbiamo fatto le spese direttamente: il Villaggio SOS di Rafah è stato completamente distrutto. La pace, però, non può e non deve arrendersi: è doveroso e necessario continuare a chiedere che le armi vengano deposte e che il popolo palestinese venga soccorso, bambini in testa.
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Adotta i bambini della Striscia di Gaza rimasti soli
Esiste però un’altra opportunità di aiuto concreto: con SOS Villaggi dei Bambini è possibile adottare a distanza i bambini palestinesi, attivando un’adozione per il Villaggio SOS in cui sono accolti. Come associazione, infatti, siamo presenti in Palestina con due strutture, una a Betlemme, in Cisgiordania, e una a Rafah, nella Striscia di Gaza. Come detto, però, quest’ultimo Villaggio SOS, a seguito del conflitto in corso, è stato raso al suolo dai bombardamenti. Nel marzo 2024, i bambini e lo staff che ci vivevano sono stati evacuati in parte nella struttura di Betlemme e in parte in zone più sicure della Striscia di Gaza, all’interno di rifugi temporanei. Le attività di SOS Villaggi dei Bambini in Palestina, però, non si sono fermate, continuando ad assicurare accoglienza, beni di prima necessità e supporto psicologico a migliaia di bambini e alle loro famiglie. Anche il Villaggio SOS di Rafah, seppure distrutto, è ancora operativo, perché i bambini evacuati continuano a essere seguiti e supportati.
Adottare questo Villaggio SOS, quindi, significa garantire un aiuto a tutti i bambini sostenuti. È sufficiente una donazione piccola ma regolare (meno di 1 euro al giorno) per assicurargli le cure quotidiane di un’educatrice, l’assistenza sanitaria e l’educazione anche durante l’emergenza.
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