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Protezione e accoglienza

Le comunità di accoglienza per genitori e figli in Italia, un nuovo studio per conoscerne numeri e potenzialità

Le comunità di accoglienza per genitori e figli rappresentano un’importante risposta alle necessità di protezione e reinserimento sociale dei bambini e delle loro famiglie. In Italia, però, mancano ad oggi dati sistematici che ne studino la presenza sul territorio e l’efficacia. Un vuoto che punta a essere colmato da una ricerca nazionale promossa da Open Group e Università di Bologna.

Prendersi cura delle famiglie in difficoltà, soprattutto di quelle monogenitoriali, cioè composte da uno o più bambini e da un solo genitore (la madre o, più raramente, il padre), è un impegno essenziale per tutelare il benessere dei minorenni. In Italia, infatti, sono molti i nuclei familiari che affrontano momenti di fragilità economica, sociale ed emotiva, in grado di minare profondamente la serenità dei bambini e compromettere le loro opportunità di crescita e sviluppo. In questo scenario, è fondamentale promuovere un welfare familiare che metta al centro i bisogni reali delle persone più vulnerabili, offrendo strumenti concreti di sostegno e protezione.

Cosa sono le comunità di accoglienza per genitori e figli

Le comunità di accoglienza per genitori e figli rappresentano (CGF) una delle possibili risposte a queste necessità, una soluzione capace di accompagnare le famiglie verso un nuovo equilibrio, rafforzando il legame tra genitori e figli e favorendo il loro reinserimento sociale. Si tratta di strutture dedicate a nuclei familiari monogenitoriali in difficoltà temporanea, che necessitano di supporto e protezione per affrontare situazioni di disagio, fragilità socio-economica, o conflittualità importanti. Questi servizi rappresentano una risposta temporanea e specialistica, finalizzata al rafforzamento delle competenze genitoriali, alla tutela del benessere dei bambini e al graduale reinserimento autonomo delle famiglie nel tessuto sociale. Per raggiungere questi scopi, le comunità offrono sostegno educativo, psicologico, sociale e, quando necessario, anche legale, operando per preservare il diritto fondamentale dei minorenni a crescere in un contesto familiare sano e protetto.

I numeri delle CGF in Italia: lo studio di Open Group e Università di Bologna

Il tema, quindi, merita di essere ben conosciuto e approfondito. Per questo motivo, Open Group e Università di Bologna hanno promosso la prima ricerca nazionale interamente dedicata alle comunità di accoglienza per genitori e figli, a cui anche noi di SOS Villaggi dei Bambini stiamo dando il nostro contributo. L’idea di realizzare questo studio è nata da una constatazione: ad oggi, in Italia, non sono disponibili dati sistematici sul numero e l'efficacia di queste comunità di accoglienza. Il progetto di ricerca, che mette insieme gli sforzi di numerosi partner istituzionali e sociali, punta a fotografare con chiarezza la situazione attuale, comprendere la distribuzione geografica delle comunità, individuare le tipologie di servizi offerti e misurarne l’efficacia.

I primi dati raccolti, relativi a 31 comunità in tutta Italia, offrono un’utile istantanea dei nuclei familiari coinvolti e della loro composizione. Il 60% delle famiglie è composto da madre e un figlio ma ci sono anche casi di nuclei in cui i minorenni sono addirittura cinque o sei. Nella maggior parte dei casi, poi, le mamme provengono da contesti di povertà sociale e culturale e spesso hanno subito violenza. A una sorte analoga sono esposti anche i figli, che nel 40% dei casi risultano vittime di violenza e nel 27% di maltrattamenti o trascuratezza.

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L’altra forte evidenza che emerge dai numeri sono le condizioni di esclusione sociale in cui vivono le donne accolte: l’80% non lavora e non è inserita in percorsi formativi. Su questo terreno, peraltro, le comunità di accoglienza riescono a incidere solo parzialmente: all’uscita da queste strutture, infatti, la percentuale di donne senza occupazione si abbassa nettamente, ma rimane comunque sopra la soglia del 60%. In generale, però, è bene sottolineare come i dati di efficacia delle comunità di accoglienza per genitori e figli emersi da questa prima fase di studio siano incoraggianti: 6 nuclei familiari su 10, alla fine del percorso, si trovano in condizioni migliorate, sia rispetto alla sfera genitoriale che delle autonomie personali. Il senso più profondo della ricerca sta proprio qui: comprendere quali modelli e quali pratiche danno risultati migliori, meritando di essere ampliati e standardizzati.

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