CONVEGNO QUALITY4CHILDREN - Standard di qualità nell’accoglienza ai minori – 06.06.2008

EVENTI Q4C IN ITALIA: CONVEGNO DI MILANO

Q4C - Standard di qualità nell’accoglienza ai minori

05/06/08 - Presentati al convegno di Milano i nuovi standard di qualità in materia di affidamento e di accoglienza. L’ascolto dei minori come nuovo modello: dall’esperienza soggettiva ai criteri oggettivi.

Si è svolto il 5 giugno 2008 a Milano, al Centro Congressi della Provincia, il convegno internazionale di presentazione di Quality4Children, uno studio-ricerca che, in modo innovativo ed originale, ha individuato nuovi standard di qualità nell’accoglienza dei minori. L’originalità della ricerca sta nell’aver elaborato criteri e procedure dalle testimonianze dirette dei bambini e dei ragazzi allontanati dal proprio nucleo familiare.

L’evento, che chiude il ciclo di appuntamenti promossi da SOS Villaggi dei Bambini finalizzati alla divulgazione della ricerca, è stato lo spunto per mettere a confronto tanti professionisti del settore. Sono emerse, nel corso della giornata, anche indicazioni operative su come questi standard di qualità possano diventare linee guida concrete di supporto agli operatori.

Al convegno – moderato da Enrico Bonacina, direttore editoriale di “vita non Profit Magazine” - hanno partecipato: Enrico Mazzini (Presidente di SOS Villaggi dei bambini), Francesca Corso (assessore ai diritti dei bambini e delle bambine della Provincia di Milano), Mariolina Moioli (assessore alla famiglia, scuola e politiche sociali del Comune di Milano), Christian Posch (direttore scientifico del progetto Q4C), Franco Colizzi (coordinatore nazionale del gruppo di ricerca Q4C), Chris Gardiner (membro del gruppo guida di Q4C), Francesco Occhiogrosso (presidente del contro nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza), Laura Laera (giudice del tribunale per i minorenni di Milano), Gianni Cambiaso (docente dell’università Cattolica di Milano), Rosella Petrali (responsabile dell’unità organizzativa del sistema socio sanitario assistenziale della Regione Lombardia) e Liviana Marelli (responsabile nazionale minori per il coordinamento nazionale comunità accoglienza).

Nel pomeriggio si sono svolti dei gruppi di lavoro al termine dei quali i risultati sono stati riportati in assemblea plenaria. Nella gestione dei gruppi abbiamo potuto contare su: Paola Baglioni, responsabile area minori e famiglie del comune di Vicenza, Giustina Raciti responsabile delle politiche sociali del comune di Opera, Laura de Rui e Marco Grazioli, avvocati esperti di diritto di famiglia, Rossella Bianchini e Giulia Ghidini del Centro per il bambino maltrattato, Susanna Galli responsabile della formazione per la Provincia di Milano e Samantha Tedesco, responsabile del servizio psico-pedagogico di SOS Villaggi dei bambini.

«Il nostro lavoro – ha detto Franco Colizzi (coordinatore nazionale del gruppo di ricerca Quality for Children) – ha portato all’elaborazione di 18 standard nati dall’ascolto, in 32 paesi Europei, di 332 testimonianze, 159 delle quali dai bambini e dai ragazzi coinvolti nei programmi di affido. L’obiettivo è garantire e migliorare le condizioni di vita di quei minori che non possono più vivere con i loro genitori, ma devono crescere ed affrontare il mondo in una struttura di accoglienza. La forza della ricerca sta nel fatto che il punto di vista del bambino è il cuore delle scelte e delle prassi in materia di adozione ed accoglienza».

Una delle proposte più interessanti è stata presentata dalla Dott.ssa Laera – giudice del Tribunale dei Minori di Milano – “redigere una carta dei diritti dei bambini accolti nelle comunità”.

A chiusura della tavola rotonda l’emozionante testimonianza di Lucia, 26 anni. La sua storia fa parte della ricerca, infatti la sua voce è stata ascoltata come quella degli altri 332 bambini e adolescenti con altrettante storie di affido. Lucia ha dovuto lasciare la sua casa e suo padre quando aveva otto anni ed è stata accolta nel Villaggio SOS di Ostuni insieme ai suoi due fratellini di 7 anni e 22 mesi. Restare insieme ai suoi fratelli è stato fondamentale per lei, per poter superare il distacco dalla famiglia di origine, e ancora oggi il Villaggio SOS rappresenta la sua seconda famiglia e un punto di riferimento importante.

Uno degli standard proposti dalla ricerca fa proprio riferimento a questa storia, in quanto sancisce il diritto di fratelli e sorelle all’accoglienza congiunta.

Proprio in relazione a questo diritto, SOS Villaggi dei Bambini ha lanciato una petizione on-line per l’applicazione del diritto di fratelli e sorelle a rimanere insieme in caso di affidamento extra-familiare. Un diritto di cui si può trarre riferimento, in Italia, da importanti leggi e da diversi provvedimenti giurisdizionali della Corte Costituzionale e della Corte di Cassazione; tale diritto è anche oggetto dello standard n. 4 di Q4C.

«Tuttavia, questo fondamentale diritto è ancora applicato in modo residuale e discontinuo – ha detto Samantha Tedesco (responsabile del servizio psicopedagogico di SOS Villaggi dei bambini) –. E’ questa la ragione che ha spinto SOS Villaggi dei Bambini a lanciare una petizione per la sua piena applicazione. Quel che chiediamo è che fratelli e sorelle rimangano insieme in caso di una loro separazione dal nucleo familiare biologico, a meno che non esistano comprovate controindicazioni legate al benessere dei minori stessi e, comunque, nel rispetto del diritto all’ascolto dei minori come garantito dalle attuali normative».

Le adesioni alla petizione on-line sono raccolte sul sito http://affidofratelli.bambinisos.org


I lavori si sono conclusi con una proposta concreta da parte di SOS Villaggi dei Bambini nei confronti dei presenti e chiedendo il sostegno del settore Formazione della Provincia di Milano: avviare un tavolo di lavoro per la stesura di linee operative che consentano agli operatori di definire modalità operative in linea con la qualità per i bambini indicata nei risultati della ricerca presentata oggi. E’ importante che questo lavoro sia “intersettoriale”, composto quindi sia da rappresentanti delle organizzazioni di accoglienza, che dai servizi di tutela e preveda il confronto costante con gli operatori della magistratura, gli avvocati dei bambini e soprattutto, in attuazione dell’art. 12 della convenzione ONU sui diritti dei bambini, preveda la partecipazione dei ragazzi stessi che possano esprimersi rispetto alle modalità di lavoro individuate.