Basta una frazione di secondo, svegliarsi di colpo nella notte, cercare di capire cosa e’ successo e uscire velocemente di casa, mentre intorno succede l’apocalisse. Il cuore resta sospeso, la paura esplode e il cervello tenta di decifrare cosa succede, ma tutto e’ troppo veloce. Ci sono solo rumori, immagini di disperazione – persone che cadono, piangono, scappano – e uno corre, corre, corre, verso qualcosa che non sa. Poi, a un certo punto, ci si gira indietro e la mamma non c’e’ piu’. Fiumi di persone non permettono di cercarla, spingono in avanti. Dov’e’ la mamma? Gli occhi si riempiono di lacrime e il cuore di disperazione. Dov’e’ la mamma?
Gli spostamenti di masse di popolazione causate da catastrofi naturali o da crisi umanitarie, come le guerre civili, avvengono in modo repentino e incontrollato. La lotta per la vita spinge migliaia di persone a affrontare l’ignoto. La marcia continua fino al raggiungimento di luoghi di riposo temporaneo, riparati dai rischi delle guerre o delle catastrofi naturali. Le persone in fuga possono continuare a muoversi senza obiettivi solo per periodi limitati di tempo, dopodiche’ e’ necessario poter bere e mangiare. Gli sfollati vengono soccorsi da associazioni locali, ONG, agenzie internazionali e autorita’ locali in coordinamento tra loro, presso campi profughi o alloggi temporanei nei villaggi raggiunti.
Le prime ore, i primi giorni, diventano cruciali per la protezione delle persone vulnerabili, come i bambini, perche’ la loro esistenza e’ a rischio di ogni genere di abuso o di deperimento psico-fisico repentino. Anche in queste situazioni, la famiglia rappresenta la protezione piu’ importante per un bambino, per questo quando si divide per i minori inizia un dramma nel dramma. In situazioni difficili dove non e’ possibile assicurare la salute, l’igiene, la protezione e il sostegno psicologico, i genitori, cosi’ come i fratelli, rappresentano un guardiano vigile impegnato a proteggere. Inoltre, la vita di un piccolo rifugiato ha maggiori possibilita’ di poter ritornare alla normalita’ all’interno della sua famiglia di origine.
Per questa ragione una delle attivita’ piu’ importanti realizzate dai soccorritori umanitari e’ quella del ricongiungimento familiare qualora i bambini perdano i familiare durante gli imponenti spostamenti di massa. Ogni persona, soprattutto i bambini, viene registrata dall’ufficio centrale del campo profughi di appartenenza. La Direzione del campo predispone una lista dei bambini abbandonati e delle persone a cui sono stati affidati, costituendo un database. I fratelli non si dividono, solitamente sono affidati a famiglie di amici, di vicini, o a gruppi famigliari. I campi profughi e le aree che alloggiano temporaneamente gli sfollati si scambiano le informazioni per l’identificazione dei genitori dei bambini. Fuori da ogni campo profughi vi sono immensi tabelloni con le foto e i nomi dei bambini, costantemente aggiornati, in attesa di un riscontro.
In emergenze particolarmente vaste, esistono strutture umanitarie specificamente dedicate al rintraccio e ricongiungimento familiare. L’attivita’ e’ resa difficile dalla possibilita’ che i genitori siano morti, feriti in ospedali oppure sfollati in aree remote fuori dal paese. A volte il ricongiungimento familiare richiede tempi lunghissimi, per questo i bambini devono essere accuditi in modo che la loro vita possa riprendere e trovare una forma di normalita’ non appena possibile. Davanti ai cartelloni, molti genitori che hanno percorso centinaia di chilometri e sperato di fronte a decine di campi profughi, cercano speranzosi il viso dei lori piccoli. A volte la ricerca si conclude con un piccolo miracolo e la vita torna a sorridere, seppur nella difficolta’.
Bastano 20 centesimi per il vaccino del morbillo e altri centesimi per ago e siringa. Con 1 euro si puo’ vaccinare un bambino dal morbillo. Dona a SOS e saremo pronti ad aiutare.