Villaggi SOS – 26.06.2018

Il Villaggio SOS di Trento compie 55 anni!

Sabato 16 giugno una grande festa ha animato il primo Villaggio SOS italiano: ecco com'è andata la giornata.



Il giorno in cui con piena consapevolezza potremo dire a noi stessi che tutti i bambini di questo mondo sono nostri bambini, quel giorno inizierà la pace sulla terra”. È questa la citazione di Hermann Gmeiner che campeggiava sullo sfondo del palco allestito sabato16 giugno 2018 per festeggiare il 55esimo anniversario del Villaggio SOS di Trento, il primo in Italia.

Questo Villaggio non è soltanto un insieme di storie individuali, ma un insieme di provenienze, di culture, di fedi e di aspettative. Tutto questo insieme si intreccia, convive e testimonia che tutto questo si può fare – ha detto il Presidente del Villaggio SOS di Trento Alberto Pacher. A me piace pensare che il Villaggio SOS sia l’elemento di congiunzione tra il mondo com’è e il mondo come potrebbe e dovrebbe essere: un mondo fatto di solidarietà, di attenzione, di relazioni pulite, di ascolto, di condivisione e di vicinanza”.

La festa ha visto protagonisti tutti gli ospiti del Villaggio SOS, con le loro religioni e le loro credenze: la giornata è iniziata con il saluto delle autorità e anche con un momento di preghiera condiviso da tutti e aperto alle diverse confessioni. Tanta è stata l’emozione quando uno dei primi bambini ospitati dal Villaggio SOS nel 1963, oggi un uomo adulto, ha regalato a Enrica, la donna che lo accolse e lo curò al Villaggio SOS, una fotografia che ritraeva due bambini: uno era lui, l’altro uno dei tanti bambini accolti nella stessa casa, un bambino speciale che quell’uomo ha voluto ricordare come suo “fratello di sangue, perché anche se non avevamo gli stessi genitori, siamo cresciuti insieme e per me è come un fratello vero”.
Dopo il momento dei saluti istituzionali la giornata è partita a pieno regime con il pranzo preparato dagli alpini di Ravina-Romagnano, dall’associazione Vololibero di Pellizzano e dai ragazzi del Villaggio SOS di Vicenza. Il caldo pomeriggio di giugno è proseguito tra partite di calcio, truccabambini, balli tipici e merenda a base di ghiaccioli. Grande successo anche per il mercatino per l’autofinanziamento delle attività estive, dove si potevano acquistare gonne africane cucite dalle donne richiedenti asilo, bracciali e orecchini in pelle, saponette artigianali e icone dorate costruite a mano.

Nel Villaggio – ha spiegato il direttore Giovanni Odorizzi - ci sono sette comunità tradizionali, che ospitano una cinquantina di ragazzi che al momento non possono stare a casa, ma sempre nell’ottica di un rientro futuro nelle loro famiglie. Ci sono anche i progetti di ospitalità per le mamme con i loro bambini, che vivono momenti di criticità, magari una separazione, ed hanno bisogno di trovare una stabilità. Al momento vivono qui più o meno 20 mamme con 30 bambini”.  Quello del 16 giugno è un appuntamento che il Villaggio SOS rinnova ogni cinque anni ma che questa volta abbiamo pensato a una giornata che fosse il più possibile aperta a tutti, non solo ad invito. E il tema che abbiamo scelto è l’incontro tra culture, perché questa diversità di appartenenze è quello con cui noi ci confrontiamo ogni giorno, nella quotidianità. Le persone in accoglienza arrivano da Paesi, storie, culture, religioni diverse. Le guardiamo in faccia e da queste differenze impariamo ogni giorno qualcosa di nuovo».