Durante i miei viaggi in Africa ho visto come l’AIDS si faccia strada sconvolgendo il sistema familiare tradizionale e la struttura dell’intera comunità.
In molti villaggi lontani dalle città sono rimasti solo bambini e vecchi.
La generazione di mezzo non esiste più.
Ma cosa fare e da dove cominciare se milioni di bambini sono orfani e non esiste alcuna forma di assistenza medica e sociale, né aiuti materiali?
In una simile situazione, nonostante tutto, l’unica soluzione è focalizzarsi sul singolo bambino, sui suoi bisogni e sulle sue potenzialità.
Per collaborare alla risoluzione di questo enorme problema, dobbiamo tornare a ciò di cui siamo più capaci: aiutare i bambini poveri, gli orfani e le famiglie bisognose.
Con i Villaggi SOS e partendo dalla nostra lunga esperienza, ci stiamo concentrando sull’aiuto a lungo termine agli orfani dell’AIDS e alle famiglie.
La nostra strategia include il sostegno alla famiglie e ai bambini colpiti da HIV/AIDS a livello locale.
Dobbiamo combattere contro la povertà sociale che è una delle cause concomitanti dell’AIDS.
Offriamo aiuti materiali, assistenza medica e psicologica. È una battaglia contro isolamento e tabù, una ricerca di prevenzione, educazione, un tentativo di fornire consulenza professionale.
Una lotta contro l’esodo dalla campagna verso i centri urbani, dove i bambini senza genitori sono minacciati dall’emarginazione.
Vogliamo costruire nelle varie comunità-villaggio una rete di protezione per i bambini e le famiglie con il supporto attivo e la partecipazione della gente del posto. Allo stesso tempo dobbiamo intensificare la cooperazione con le altre organizzazioni umanitarie, governative e non, e con le iniziative locali. Dobbiamo combattere il circolo vizioso AIDS – povertà – emarginazione - ancora più AIDS.
Fortunatamente c’è anche un’altra forma di cooperazione molto speciale. E’ giusto tenere a mente che, anche in un momento di crisi economica globale, esistono ancora molte persone capaci di guardare oltre i confini di casa propria e che desiderano prendere parte attiva nella lotta alla sofferenza.
E’ qualcosa di cui essere più che grati.
E’ questo coinvolgimento attivo che dà a tutte le forme di aiuto umanitario, giorno dopo giorno, ragione di esistere.
Adotta un bambino a distanza.