MSNA

Minori Stranieri Non Accompagnati in Italia, tra accoglienza e diritti negati

MSNA è la sigla con cui, in Italia e in Europa, vengono indicati i Minori Stranieri Non Accompagnati, cioè tutti gli under 18 di nazionalità non europee che si trovano sul territorio nazionale senza il supporto della famiglia. A loro, la normativa riconosce una condizione di particolare fragilità e quindi il diritto ad essere accolti e protetti. La situazione reale, però, è molto diversa e la storia dei minori stranieri non accompagnati è spesso una storia di diritti negati.

Per i documenti ufficiali sono semplicemente MSNA, freddo acronimo che sta per Minori Stranieri Non Accompagnati. Una sigla dietro cui si celano vite e storie estremamente complesse e fragili di ragazze e ragazzi minorenni, provenienti da paesi extraeuropei, che si trovano nel vecchio continente privi del sostegno delle loro famiglie di origine o di adulti di riferimento. I MSNA sono quindi un tassello particolarmente delicato del più ampio mosaico rappresentato dal fenomeno dell’immigrazione, in Italia e in Europa. Un tassello che ha dimensioni contenute ma che merita un’attenzione speciale. Un minorenne straniero non accompagnato, infatti, è un giovane che si trova solo, a migliaia di chilometri dal suo Paese di origine, e ha bisogno di cure particolari, di protezione e sostegno. Per questo motivo, i MSNA sono al centro di una normativa ad hoc, che riconosce loro diritti specifici. Buone intenzioni che però sono spesso disattese nella realtà.

Quanti sono i Minori Stranieri Non Accompagnati in Italia

Eppure, i numeri dei Minori Stranieri Non Accompagnati di cui deve farsi carico l’Italia sono ridotti e appaiono assolutamente gestibili. Secondo i dati ufficiali, resi noti dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, presso cui è istituito il SIM (Sistema informativo nazionale dei MSNA), al 31 dicembre 2023, i MSNA presenti sul territorio italiano erano poco più di 23.000, in crescita di circa 3.000 unità rispetto all’anno precedente. Si tratta prevalentemente di bambini e ragazzi (88,6%), mentre le bambine e le ragazze sono una minoranza (11,4%).

Dal punto vista dell’età, il gruppo più nutrito è quello di chi ha 17 anni (46%), seguito da chi ne ha 16 (27%). Su questo punto, però, è notevole la discrepanza tra maschi e femmine. Nel primo caso, infatti, sedicenni e diciassettenni insieme rappresentano circa l‘80% del totale, mentre nel secondo caso la fascia più numerosa è quella delle bambine tra 7 e 14 anni (44%), mentre le ragazze con 16 anni o più sono circa un terzo (36%).

Altro dato interessante è quello relativo alla provenienza. Complessivamente, si contano ben 63 nazionalità. Circa il 69% dei MSNA presenti in Italia, però, proviene dall’Africa (precisamente da 35 Paesi differenti), seguono l’Est Europa (23%) e l’Asia (8%). Residuale, invece, la presenza di minorenni del continente americano. Venendo ai singoli Paesi, le cinque nazioni con più presenze sono Egitto (20%), Ucraina (18%), Tunisia (10%), Gambia (9%) e Guinea (8%).

Infine, in questa carrellata di statistiche dedicate ai Minori Stranieri Non Accompagnati in Italia, è utile dare uno sguardo alla loro distribuzione sul territorio nazionale. Molti di loro (più del 50%) sono ospitati nelle regioni del Sud e nelle isole, circa un terzo (36%) si trova al Nord e la restante quota al Centro (13%). Le prime 5 regioni per numero di MSNA accolti sono Sicilia (26%), Lombardia (12%), Emilia-Romagna (8%), Campania (7%) e Lazio (6%).

Cosa dice la normativa italiana sui Minori Stranieri Non Accompagnati

Una volta comprese le dimensioni del fenomeno, è giusto chiedersi come venga gestita la presenza dei MSNA in Italia. Quali sono i diritti e le tutale che vengono riconosciuti a queste bambine e a questi bambini? La normativa di riferimento è contenuta nella legge n. 47 del 7 aprile 2017, conosciuta anche come "Legge Zampa". Nel complesso, si tratta di un’ottima legge, che fissa alcuni principi cardini in linea con il diritto internazionale e, in particolare, con la Convenzione Internazionale dei Diritti dell’Infanzia. Le disposizioni più rilevanti sono quelle che riguardano:

  • l’affermazione del principio di non respingimento, secondo cui i Minori Stranieri Non Accompagnati non possono essere respinti alla frontiera, tranne in specifici casi eccezionali;
  • il rafforzamento del sistema di accoglienza e protezione, che prevede la creazione di strutture adeguate e una serie di servizi per garantire protezione e benessere;
  • il riconoscimento del diritto alla tutela legale, per cui ogni minorenne non accompagnato deve avere un tutore legale nominato entro un breve periodo dal suo arrivo in Italia, con il compito di rappresentarlo legalmente e tutelarne i diritti;
  • la promozione del diritto all’istruzione e all’integrazione, attraverso specifici programmi di educazione e formazione;
  • la necessità che la rilevazione dell’età del minorenne venga condotta con modalità rispettose e appropriate, utilizzando metodi scientifici e multidisciplinari;
  • l’affermazione del diritto del minorenne a richiedere asilo e altre forme di protezione internazionale, mediante procedure adatte alla sua condizione e ai suoi bisogni;
  • la promozione del ricongiungimento familiare, ove possibile, nel rispetto del superiore interesse del minorenne.

L’impegno di SOS Villaggi dei Bambini per i migranti

MSNA e diritti negati

Tra le affermazioni di principio e la realtà, però, c’è una notevole distanza. A partire dalle condizioni di accoglienza, visto che solo il 3% dei Minori Stranieri Non Accompagnati si trova in una struttura adeguata (Centro Fami), mentre il 25% vive in Centri di Accoglienza Straordinaria per minorenni e il 72% è “smistato” in centri non adeguati (tensostrutture, hotel, hotspot, CAS per adulti). Una condizione che si traduce nella negazione di diritti fondamentali: libertà, salute, inclusione, educazione. Inoltre, questi minorenni sono esclusi dal Fondo Careleavers, che prevede per i neomaggiorenni la possibilità di essere supportati fino ai 21 anni. Il risultato è un’evidente discriminazione rispetto ai loro coetanei. Non a caso, l’Italia è già incappata in più di una condanna da parte della Corte Europea dei Diritti Umani per violazione dei diritti fondamentali nei confronti dei MSNA.

Violazioni che i Minori Stranieri Non Accompagnati sentono vive sulla pelle, come dimostra anche lo studio condotto da SOS Villaggi dei Bambini nell’Hub Sant’Anna di Isola di Capo Rizzuto (KR), una struttura per adulti dove, tra fine 2023 e inizio 2024, erano però presenti ben 38 MSNA. Un luogo che loro stessi descrivono ricorrendo a tre parole: fatica, prigione, sala d’attesa. Termini che restituiscono perfettamente l’immagine di vite sospese e ingabbiate. Vite che desiderano cose semplici: la tranquillità, la libertà, la possibilità di mantenere i contatti con la famiglia e di venire identificati in tempi brevi, la possibilità di andare a scuola, di ricevere buone cure sanitarie, del buon cibo, di poter fare qualcosa durante la giornata, di avere vestiti, spazzole, scarpe, libri.

Quella dell’Hub di Sant’Anna è chiaramente una situazione inaccettabile e purtroppo non isolata. Per questo motivo, SOS Villaggi dei Bambini si è fatta promotrice, in occasione dell’anniversario della ratifica della Convenzione Internazionale dei Diritti dell’Infanzia, di un’iniziativa di sensibilizzazione per richiedere:

  • di dare piena attuazione alla legge 47 costituendo Centri Governativi per la prima accoglienza e aumentando i posti SAI per la seconda accoglienza investendo fondi necessari;
  • di garantire ai neomaggiorenni il supporto post 18 anni per portare a compimento il proprio percorso di integrazione sociale;
  • di garantire a tutti i Minori Stranieri Non Accompagnati il diritto-dovere all’istruzione presso le scuole pubbliche del territorio in qualsiasi struttura siano collocati.

Si tratta di punti essenziali, che non possono più essere elusi. Lo stato dell’accoglienza dei MSNA in Italia desta preoccupazione e deve essere affrontato con urgenza.

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