Paura di attacchi al Villaggio SOS di Gaza – 21.07.2014

Paura di attacchi al Villaggio SOS di Gaza

"Nessuno tocchi i nostri bambini"

Rafah, 21 luglio 2014  - A Gaza sale il numero delle vittime: 501. Ieri la cruenta battaglia fra Israele e Hamas ha avuto come teatro Sajaya, popoloso rione a ridosso di Gaza City, dove sotto i bombardamenti israeliani sono morti, secondo fonti locali, oltre 60 persone, di cui 17 bambini e 14 donne.

E’ emergenza umanitaria: l’Organizzazione dei Rifugiati dell’Onu, Unrwa, stima più di 62mila sfollati a Gaza (ma fonti locali parlano di 81mila).

I bambini, le mamme SOS e i collaboratori del Villaggio SOS di Rafah sono al sicuro, ma vivono nel terrore di un attacco: "Il cibo sta finendo ed è impossibile rifornirsi. Temiamo che l’elettricità duri ancora per poco. L'assalto a Rafah è arrivato dopo un cessate il fuoco cinque ore per permettere ai civili di lasciare le loro case e recuperare cibo e medicine. Gli attacchi aerei durano ormai da 10 giorni. Il nostro Villaggio SOS è situato a Deir Sultan, a circa 15 km da Rafah. La maggior parte degli abitanti sono profughi palestinesi. I nostri 46 bambini e 22 collaboratori sono al sicuro, per ora. Gli altri 50 sono con le loro famiglie per il Ramadan estivo. Stiamo cercando di raggruppare tutti qui. Crediamo sia il posto più sicuro" – racconta Sami Ajjour di SOS Villaggi dei Bambini in Palestina - "Finora non ci sono stati spari o bombe vicino al villaggio SOS. La paura è tanta. Abbiamo bisogno di un generatore. La cosa che ci preoccupa maggiormente sono gli effetti che la paura ha sui nostri bambini. Gli psicologi non riescono a raggiungere il Villaggio. Stiamo cercando di organizzare delle attività al coperto per i bambini".

"L’efferatezza degli scontri tra Israele e i Territori palestinesi ha avuto un impatto devastante sul Villaggio SOS di Deir Sultan, vicino a Rafah, a sud della Striscia di Gaza. Gli attacchi aerei hanno preso di mira zone molto vicine al Villaggio SOS, che non ha mai avuto e non ha alcuna appartenenza politica. I nostri bambini e ragazzi non possono più stare lì per problemi di sicurezza. Ricordiamo a tutte le parti in conflitto di rispettare i loro obblighi in base al Diritto Internazionale dei diritti umani e di proteggere la vita e il benessere dei bambini. Confidiamo che le parti facciano tutto il possibile per assicurare che i bambini, i ragazzi e i nostri collaborati del Villaggio SOS non subiscano alcuna conseguenza" - Richard Pichler CEO, SOS Villaggi dei Bambini.