Migranti – 07.01.2019

SOS Villaggi dei Bambini sul caso SeaWatch: fondamentale non disgregare le famiglie

Un appello alle istituzioni affinché si risolva la situazione dei 50 migranti fermi in mare: "Ci schieriamo dalla parte dei diritti dei bambini".

SOS Villaggi dei Bambini incoraggia e accoglie con soddisfazione la volontà del governo italiano di mantenere uniti alle proprie mamme e ai propri papà i bambini che al momento si trovano sulle navi SeaWatch e SeaEye: da oltre 15 giorni diverse famiglie si trovano in balia del maltempo e della estenuante navigazione nel Mar Mediterraneo dopo che si sono visti negare lo sbarco in Italia e a Malta. I medici di bordo continuano a denunciare la salute precaria in particolare di donne e bambini che da giorni soffrono di mal di mare e sono allo stremo delle forze per l’interminabile attesa di scendere in terra ferma.

La disgregazione del nucleo famigliare, separando dal padre la mamma con i propri bambini, compromette fortemente la già difficile situazione di una famiglia migrante: una donna sola in un Paese straniero e con a carico dei figli piccoli è a maggiore rischio di emarginazione e sfruttamento e nel lungo periodo potrebbe comportare la separazione dei figli dalla propria madre causando un ulteriore trauma per i bambini. Ipotizzare a distanza di tempo un ricongiungimento famigliare con i propri padri significa avviare un processo lungo, difficile e incerto, che comporta anche l’impiego di risorse economiche e sociale ingenti.

SOS Villaggi dei Bambini fornisce assistenza e protezione ai bambini senza cure parentali in 135 Paesi di tutto il mondo, e da sempre aiuta i bambini sfollati nei Paesi di origine e quelli che affrontano soli il lungo viaggio verso l’Europa. Il nostro compito è quello di aiutare le famiglie a restare unite o a riunirsi quando i bambini vengono separati dai propri genitori.

Il nostro auspicio è che si trovi al più presto una soluzione per porre fine al calvario di oltre 50 donne, uomini e bambini che da più di due settimane sono in balia del mare. Chiediamo all’Unione Europea di prendere con urgenza decisioni concrete perché situazioni di questo tipo non si verifichino più e al Governo Italiano di consentire lo sbarco a queste persone affinché ricevano le cure di cui hanno bisogno e diritto.


Credit foto: Chris Grodotzki