26.05.2017

La storia a lieto fine di Michela, ex care leaver

Oggi vi raccontiamo la storia di Michela, una ragazza di 21 anni che ha vissuto per diversi anni presso il Villaggio SOS di Vicenza e che, con l’arrivo della maggiore età, ha iniziato un percorso di semi-autonomia che l’ha portata oggi ad essere responsabile di due panetterie nell’ambito del progetto “Pane Quotidiano” promosso da SOS Villaggi dei Bambini.


“Sono arrivata al Villaggio SOS di Vicenza a 15 anni, dopo aver perso mio papà: in quel momento di difficoltà e lutto la mamma non riusciva a gestire la situazione in casa e i nostri rapporti erano diventati pessimi. Così ho pensato di andare via e chiedere aiuto ai servizi sociali. Sono entrata nel Villaggio SOS di Vicenza”.

All’inizio Michela si sentiva spaesata e voleva andare via ma è bastato un weekend passato con le sue “zie SOS” per farle cambiare completamente idea.
E’ iniziata così la sua nuova vita al Villaggio SOS: ha iniziato a studiare, con ottimo profitto, e a recuperare gli anni persi a scuola. Nel Villaggio SOS di Vicenza, ha vissuto con delle persone che le volevano bene e si prendevano cura di lei, standole accanto con amore e pazienza.

Grazie al loro sostegno, al loro “esserci sempre”, Michela ha portato a termine gli studi all’alberghiero con ottimi voti e, in seguito, ha fatto uno stage a Cortina.
“Un giorno, Piera, la Direttrice del Villaggio SOS di Vicenza, mi ha fatto una proposta: la semi-autonomia in quanto ormai maggiorenne. Così – continua Michela - ho iniziato a lavorare in una pizzeria, e poco dopo, ad occuparmi del progetto “Pane Quotidiano” del Villaggio: in pratica sono diventata la responsabile di una panetteria a 19 anni e mai avrei pensato che il giorno dell’inaugurazione avrei incontrato anche Carlo Cracco!”.

La vita di Michela ha poi avuto una nuova svolta: è andata a vivere da sola, in un appartamento preso in affitto e ha iniziato a gestire anche la seconda panetteria aperta da SOS a Vicenza.

“Insomma – conclude - il Villaggio SOS e le mie “zie” sono stati la mia seconda famiglia, quella che ho scelto per me: per questo le ho voluto dedicare un tatuaggio, un bellissimo aquilone colorato, che ho scelto assieme a loro che mi ha fatto sentire sempre a casa”.

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