Villaggi SOS
– 25.11.2019
Nella notte un fuoco: immagini e pensieri dal Villaggio SOS di Trento
Dal 28 Settembre al 6 Ottobre a Trento si è svolta la quinta edizione della Settimana dell'accoglienza. Il tema proposto quest’anno dal CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza) è stato: “Le solitudini”.
“La solitudine spesso è una necessità per disintossicarsi da troppe parole”
“La solitudine alle volte può servire per riflettere però non dobbiamo dimenticarci di chiedere aiuto”
“Quando mi sento solo sono triste ma so di avere delle persone vicine alle quali posso parlare dei miei sentimenti e chiedere aiuto”
“Quando rivedo le fotografie con le persone che sorridono, mi ricordo dei bei momenti passati assieme e non mi sento più solo”
Sono alcune delle frasi che i bambini e i ragazzi del Villaggio SOS di Trento hanno scritto su alcuni bigliettini poi donati al pubblico durante l'evento di martedì 1 ottobre organizzato all'interno della Settimana dell'Accoglienza in collaborazione con Agevolando, Ads Intrecciante, AMA Progetto tra noi, Scout Trento XII Madonna Bianca, Centro Trentino di Solidarietà, Murialdo e Trampolieri dell'arcobaleno.
Il tema dell'incontro era “Le solitudini”. E’ stato proposto un percorso a tappe tra le case del Villaggio SOS passando per il cortile reso buio spegnendo i lampioni: via via si accendevano delle luci che segnalavano il posto dove ci si sarebbe fermati. Piccoli segni di speranza, piccoli sostegni nel procedere attraverso il buio. La prima luce la offriva un fuoco acceso al centro del Villaggio SOS.
“Il fuoco, che è luce, calore e anche bellezza ormai lo vediamo solo nei vecchi film di cowboy e indiani, ma era e probabilmente è ancora in tante parti del mondo, il compagno fedele nella notte: tiene un po’ più distanti le paure, invita alla convivialità e all’intimità, serve per cuocere il cibo. Lo prendiamo anche, questa sera, come segno di speranza cercando di fare nostra la forza attraverso cui sprigiona le sue fiamme”.
In questo modo Giovanni, il direttore del Villaggio SOS, ha avviato la serata invitando i partecipanti a riflettere sul tema della solitudine e condividendo alcuni dati: 8,5 milioni sono gli italiani che vivono da soli (40% vedovi, 39% celibi o nubili, 21% separati), mentre una famiglia su tre – il 31,6% - è composta da una sola persona (dato del 2017, nell'anno 1997 questa percentuale era del 20,8%). Nelle due Province di Trento e Bolzano il dato è praticamente coincidente con quello nazionale (31,7% in Trentino e 31,8% in Alto Adige). A Trento al 31/12/2018 le persone che vivono sole erano 21.720 su 118.288, cioè il 18% dell'intera popolazione.
Alcune persone hanno raccontato a questo punto la prima parte della propria storia: Antonio (direttore del CTS) ha condiviso la sua solitudine da direttore di una struttura di accoglienza affermando che “non siamo onnipotenti, dietro alla nostra professionalità c'è anche l'essere persone, con tutte le fragilità e le difficoltà dell'essere umano”; Fabrizio (operatore di comunità alla Murialdo) ha parlato di come si è sentito solo quando ha perso una persona cara e nessuno si è preoccupato di chiedergli come stava; Gianfranco ha fatto riflettere su come alle volte le solitudini sono necessarie e ci fanno fermare e riflettere per poter poi anche crescere; Monica si è fatta portavoce di una ragazza che ha vissuto una stagione da “bullizzata” all’interno della scuola scuola; Miriam (responsabile della Rete Lgbtq) ha raccontato delle solitudini in cui si trovano i ragazzi che in adolescenza scoprono il proprio orientamento omosessuale in una società che tende a discriminare queste persone.
Nel frattempo una luce sotto le ultime case del Villaggio SOS ha attirato l’attenzione di tutti. Lì c’erano musica etnica, cibo dai sapori non consueti per noi, linguaggi diversi che dicevano lo spazio di un possibile incontro, di una condivisione fatta di cose semplici perché, nel buio e all’aperto, non funzionano le nostre abitudini e si scopre qualcosa che non si è mai visto. Scambio ed offerta. Qui ad accogliere erano persone che secondo la società attuale dovrebbero essere altrove, persone che sono considerate “un di più” e un peso perché in qualche modo bisogna aiutarle. Persone votate alla solitudine e ad una permanenza nella marginalità e nella difficoltà: mamme con i loro bambini che non possono stare nelle loro case o che vengono da terre lontane, ragazzi o bambini le cui famiglie vivono situazioni e momenti molto difficili.
Altre luci si sono progressivamente accese fermando le persone a riflettere, a provare a mettersi nei panni dell’altro, a sperimentare attraverso dei giochi come non sia facile potersi fidare dell’altro: accompagnati per mano proprio da quelle persone che, magari con buone intenzioni, continuiamo a considerare solo nella prospettiva di qualcuno a cui va dato ma che non ha niente da dare. E, sotto un’altra casa, sono stati i bambini “piccoli” del centro diurno Colibrì a commentare dal vivo un video che avevano preparato e che aiutava a capire situazioni in cui, anche se si è piccoli, si può provare un profondo senso di solitudine e come questo sia abitato da tante emozioni che magari agli adulti sfuggono completamente.
A questo punto gli “angeli trampolati”, anch’essi diversi da quelli che solitamente ci si immagina, belli nella loro sgraziataggine, angeli che avevano accompagnato tutto il percorso della serata consegnando via via ai presenti i bigliettini che i bambini ed i ragazzi del Villaggio SOS avevano preparato nei giorni precedenti, hanno donato a tutti uno spettacolo di bolas infuocate a significare che, accostandosi al fuoco, se ne può carpire la bellezza e la forza per diventare fuoco ciascuno di noi. Per gli altri.
Faby, operatore del Villaggio SOS di Trento