Villaggi SOS – 03.04.2020

Coronavirus: come è cambiata la vita nei Villaggi SOS

Per capire meglio come si sta vivendo l’isolamento da Coronavirus nei Programmi SOS in Italia abbiamo intervistato Marta Trecco la Direttrice del Villaggio SOS di Vicenza.

L’emergenza Covid-19 ha inevitabilmente modificato anche la vita nei Villaggi SOS: come per tutti, sono state sospese le attività esterne di carattere sportivo, laboratoriale, ludico-ricreative e aggregative in generale e in ciascun servizio è stata svolta un’adeguata attività informativa a operatori e bambini e ragazzi accolti sulle misure precauzionali da adottare, come previsto dalle indicazioni contenute nelle ordinanze.

Per capire meglio come si sta vivendo l’isolamento da Coronavirus nei Programmi SOS in Italia abbiamo intervistato Marta Trecco la Direttrice del Villaggio SOS di Vicenza.

Qual è la situazione attuale? Come avete reagito alla diffusione del virus?

La situazione è complessa per tutti. Non ci è più possibile vivere il Villaggio SOS per quello che è il suo grande punto di forza: essere tutti parte di una grande famiglia che vive insieme e condivide i momenti importanti della giornata. L’emergenza ci costringe a richiuderci nelle singole case e a evitare ogni possibile contatto con gli altri residenti della nostra comunità. Un fatto che non si era mai verificato dalla nascita del Villaggio nel 1981.

Come avete spiegato le misure di prevenzione e contenimento?

″È stato difficilissimo per me spiegarlo ai bambini, anche perché ci sono situazioni con fratelli in case differenti che adesso non potranno vedersi. Ho dedicato almeno tre quarti d’ora in ogni casa per spiegare la situazione ai più piccoli e ai più grandi. Ho trovato una comprensione commovente, sono stati bravissimi.

Cosa manca di più ai bambini?

Ecco, ai bambini e ragazzi manca tanto la quotidianità, la normalità. Il paradosso è che mai come in questi giorni dicono “Voglio andare a scuola!”. Sentono la mancanza degli amici e delle maestre.

Voi Direttori dei Villaggi SOS state vivendo un’emergenza nell’emergenza: quella sanitaria, perché dovete tutelare la salute dei ragazzi, e quella relativa alla didattica a distanza. Ormai si sa che le scuole non riapriranno ad aprile, si parla addirittura di riaprire a settembre. Questa decisione cosa comporta per voi?

Per il Villaggio SOS la scuola è un’interfaccia molto importante nello sviluppo quotidiano del progetto educativo di ogni ragazzo, che coinvolge i familiari e i servizi, ma anche gli insegnanti quali punti di riferimento fondamentali. In questa emergenza, pur essendo presenti attraverso la didattica a distanza, l’assenza dello sguardo diretto di maestre e professori, attenti non soltanto alla formazione ma anche al supporto emotivo ai ragazzi in particolare nei momenti di difficoltà, si percepisce. Prolungare la chiusura delle scuole per mesi implicherà dunque la ricerca di nuove strategie di contatto e confronto con il mondo scolastico.

Per il futuro bisognerà capire quale libertà potranno avere i ragazzi non solo negli spostamenti verso l’esterno ma anche nella condivisione ad esempio di spazi per lo studio e laboratori, ad oggi interdetti, variabili che incideranno sulla riprogrammazione della quotidianità dopo questa fase di stretta osservanza delle disposizioni.

La gestione logistica dell'emergenza sappiamo essere molto complessa. Dal punto di vista psicologico, che reazioni sta provocando sui bambini e sui ragazzi il prefigurarsi di un anno scolastico troncato al primo quadrimestre?

Certamente sono scombussolati, l’impossibilità di vedere i propri compagni di classe già ora rende la quotidianità più complessa. La didattica a distanza, grazie al grande lavoro degli insegnanti, sta colmando il rischio di una interruzione dei programmi, almeno in termini di conoscenza e impegno pomeridiano con i compiti da eseguire; ma la richiesta di poter tornare in classe la riceviamo in continuazione. Dopo la sensazione di una vacanza imprevista, l’euforia ha presto lasciato posto ad un sentimento di dispiacere e, per certi aspetti, preoccupazione. Gli educatori nelle case stanno svolgendo in questo senso un continuo intessere di chiarimenti, rassicurazioni e spiegazioni per supportare e compensare ma, come per ogni studente, la dimensione della classe, il ritrovarsi nel gruppo dei pari e avere accanto la figura del docente hanno una valenza umana e motivazionale insostituibile.

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