Villaggi SOS - Italia – 17.03.2021

"Senza saperlo mi hai insegnato cosa vuol dire essere un papà"

Cosa vuol dire essere padre? Andrea, operatore in un Villaggio SOS, lo ha scoperto molto prima di avere un figlio: ecco la sua lettera a Ivan, uno dei bambini di cui si è preso cura, che con delle semplici parole gli ha cambiato la vita.

Il ruolo dei papà è fondamentale per strutturare la personalità dei bambini: un confronto diretto con la figura maschile che può declinarsi in modi diversi e a volte inediti. È il caso dei bambini e ragazzi accolti fuori famiglia, che ritrovano negli operatori delle figure di riferimento per la loro crescita e per molti di loro diventano un vero e proprio esempio di come prendersi cura dell'altro.

La testimonianza di Andrea*, operatore di un Villaggio SOS in Italia, racconta un frammento del suo percorso con Ivan*, arrivato al Villaggio SOS a soli 4 anni. A distanza di anni Andrea è diventato papà, un'esperienza che gli ha fatto tornare alla mente le parole di Ivan che l'ho definito come un padre per lui.

Per questo Andrea ha deciso di scrivere una lettera a Ivan, ormai diventato grande, per ringraziarlo di quelle parole che hanno significato tanto per entrambi.

 

“Caro Ivan,

come stai? Con tutto quello che è successo quest’anno è bel po’ di tempo che non ci vediamo o sentiamo.

Come sta andando con la scuola? Spero meglio dell’anno scorso con i voti, anche se immagino che la didattica a distanza non stia aiutando granché…

Se penso che una volta eri terrorizzato dai cani e ora ne hai uno tutto tuo mi viene da ridere! A proposito, la foto che mi hai mandato la scorsa estate, quella dove eravate insieme in barca, adesso ce l’ho in ufficio sulla mia scrivania.

Marta mi ha detto che volevi passare a trovarla al Villaggio SOS settimana scorsa ma che con le nuove restrizioni è saltato tutto. Speriamo nei prossimi mesi. Nel caso fammelo sapere, così ci vediamo.

Anche perché così ti presento Alessandro, che è nato il mese scorso! È bello come la mamma, mangia e, per fortuna, dorme un sacco!

In effetti penso che sia per questo motivo che ho pensato di scriverti questa lettera…

Ti ricordi di quella volta che mi hai detto che per te sono come un papà?

È stato poco prima che tu andassi in affido. Non me l’aspettavo, mi hai colpito profondamente e mi hai fatto pensare tanto.

Da dove veniva quella tua affermazione? Che cosa avevo fatto di speciale per farti dire così?

La risposta mi era arrivata chiaramente: c’ero sempre stato. Semplicemente questo. Nei momenti più belli e in quelli più difficili. E come me Marta e le altre educatrici e nonostante tutto tu l’avevi sempre saputo.

Abbiamo fatto insieme un pezzo di strada piuttosto lungo e ti confesso che qualche volta ho temuto il momento in cui tu saresti andato via dal Villaggio SOS. Temevo che il distacco sarebbe stato difficile da affrontare e che mi saresti mancato troppo.

Ma paradossalmente quella frase mi ha fatto capire che potevo stare tranquillo, che tutto quello che avevamo vissuto insieme aveva un valore più profondo di quanto pensassi e che ne avremmo sempre conservato il ricordo, ovunque fossimo stati e qualsiasi cosa avessimo fatto.

L’abbraccio che ci siamo dati quando ci siamo salutati l’ultima volta me l’ha confermato e penso che non lo dimenticherò mai.

Non ti ho mai detto grazie per tutto il tempo che abbiamo passato insieme, ma forse non ce n’è mai stato bisogno.

Ora però so di avere un altro motivo per ringraziarti, un motivo che non immaginavo nemmeno.

Grazie perché senza saperlo mi hai insegnato cosa vuol dire essere un papà.

Ti auguro con tutto il cuore che un giorno anche tu possa vivere questa sensazione.Ti abbraccio forte ancora una vola.

A presto! Al nostro prossimo incontro!

Andrea

 

La storia di Andrea e Ivan è anche raccontata nel libro "In questo mondo storto" che è possibile acquistare qui con una donazione.


*nomi di fantasia

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