Yunchaokete Bu
Villaggi SOS

Yunchaokete Bu, dall’infanzia difficile ai vertici del tennis mondiale: storia di un ragazzo che sogna in grande

È una storia speciale quella di Yunchaokete Bu, tennista cinese di talento, sconfitto da Jannik Sinner a Pechino, in una semifinale in cui è approdato a sorpresa ma che gli è valsa un balzo in avanti nella top100 del ranking internazionale di quasi 30 posizioni. Rimasto orfano molto presto, Bu ha potuto avere un’istruzione formale perché i nonni lo hanno affidato alle cure di un Villaggio SOS in Cina. E da lì ha spiccato il volo.

È finita come tutti si aspettavano, con un secco 2 a 0 nella semifinale contro Jannik Sinner, la corsa di Yunchaokete Bu nel torneo ATP500 di Pechino. Al tennista cinese di etnia mongola, però, la sconfitta non è bruciata affatto. “Probabilmente è il miglior momento della mia carriera”, ha dichiarato poco dopo la fine del match. E come dargli torto. L’approdo in finale gli ha fruttato un poderoso balzo in avanti nella top100 del ranking internazionale ATP: dalla posizione 95 (conquistata appena una settimana prima dell’incontro con Sinner) alla 69. Un risultato che assume ancora più valore se si guarda al punto di partenza della parabola umana (oltre che sportiva) di Bu. Il suo passato, infatti, è stato tutt’altro che agevole e comodo. Per fortuna, però, le cose possono cambiare grazie a incontri fortunati, proprio come le traiettorie delle palline da tennis, quando svirgolano in modo inaspettato.

Chi è Yunchaokete Bu, il bambino rimasto solo e diventato campione di tennis

Quella di Yunchaokete Bu è una storia davvero speciale. Nato nel 2002, nella prefettura mongola di Bortala, nel nord-ovest della Cina, Bu ha dovuto affrontare, da molto piccolo, un duplice trauma: la morte del padre e l’abbandono da parte della madre, che ha scelto di risposarsi e trasferirsi lontano. La primissima infanzia, quindi, l’ha trascorsa con i nonni paterni, che però ben presto, nonostante l’amore per il nipote (o forse proprio grazie a quello), si sono resi conto di non potergli garantire buone condizioni di vita e un’educazione adeguata, soprattutto vivendo in una regione, quella dello Xinjiang, molto povera, dove quasi il 20% dei bambini soffre di malnutrizione. Ed è così che Bu è approdato nel Villaggio SOS di Urumqui, attivo dal 2000, dove ha trovato una comunità capace di garantirgli cibo, cure e un’istruzione formale, grazie alla solidarietà di tanti donatori e al meccanismo delle adozioni a distanza. È in quel momento che la sua vita è cambiata, che la pallina ha preso una direzione sorprendente.

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L’ascesa di Yunchaokete Bu, il campione che la Cina non ha mai avuto

A permettere questa evoluzione ha contribuito anche lo sport, sotto forma di passione per due idoli di fama mondiale: Andy Murray, nel tennis, e Lionel Messi, nel calcio. Il tennis, però, si è fatto largo più rapidamente del calcio nel cuore di Bu, complice anche un innato talento che a 14 anni lo ha portato a scegliere la strada del professionismo, accettando di lasciare la sua casa per trasferirsi dall’altra parte dell’immensa Cina. Ed è iniziata la scalata, che è cominciata a diventare solida nel 2023, anno in cui il giovane atleta ha vinto il suo primo titolo Challenger, al Seoul Open, sconfiggendo Aleksandar Vukic in due set, e ha conseguito la prima vittoria in una partita a livello Masters 1000, al Rolex Shanghai Masters, contro Miomir Kecmanović. È il 2024, però, l’anno che sta consentendo a Bu di sognare davvero in grande. L’anno delle prime volte e delle lacrime di gioia: primo cinese a vincere un secondo titolo Challenger (Wuxi Open), prima partita nel Grande Slam (US Open), prima partita in notturna (onore riservato solo ai grandi match, come quello contro Rublev, nei quarti del torneo ATP500 di Pechino), prima vittoria contro un Top10 (sempre Rublev), prima sfida contro il numero 1 al mondo (Sinner, ancora a Pechino). Un’ascesa suggellata anche dai complimenti sinceri del suo avversario più prestigioso. Dopo averlo battuto, infatti, Jannik Sinner ha detto di lui che “è un giocatore molto solido, senza grandi debolezze e fisicamente è bravo”. Insomma, Bu sembra finito davvero nel bel mezzo dei propri sogni più ambiziosi. La sua favola è un insegnamento che travalica i confini del tennis e fa esultare in modo speciale le persone con cui Bu è cresciuto.

La carriera sportiva e i successi di Yunchaokete riempiono di orgoglio e gioia tutta la nostra comunità”, ha affermato Roberta Capella Direttore di SOS Villaggi dei Bambini Italia, sottolineando come il giovane tennista sia esempio di ciò l’associazione cerca di fare con tutti i bambini che accoglie: aiutarli a realizzare il proprio potenziale.

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