SOS Villaggi dei Bambini – 08.05.2020

Festa della Mamma: quelle famiglie spezzate e l’amore ritrovato al Villaggio SOS

Raffaella arriva al Villaggio SOS di Ostuni a 10 anni, insieme alle sue sorelle; Fernanda vi approda da grande, insieme ai due figli, per sfuggire a un uomo violento. Sono tante le storie che oggi vogliamo raccontare per ricordare che la maternità è sempre una grande impresa, da tutelare ogni giorno.

Milano, 7 maggio 2020 – “Tutto il bagaglio di esperienza che mi porto dietro rappresenta la donna che sono oggi. Non è facile, ma cerco ogni giorno di insegnare ai miei figli gli stessi valori con i quali siamo cresciuti al Villaggio SOS.” Chi parla è Raffaella, oggi una donna, un tempo bambina e poi ragazza cresciuta al Villaggio SOS di Ostuni. Una mamma anche, nonostante per lei la relazione con sua madre sia stata tutta in salita e non sia stato facile ricostruirsi un modello in cui avere fiducia, su cui costruire il proprio materno. Raffaella è arrivata al Villaggio SOS di Ostuni che non aveva ancora 10 anni; non era sola, insieme a lei c’erano le tre sorelle, una più grande e altre due più piccole. Non era la maggiore, ma era la più “coraggiosa” e quindi, per i primi tempi, era a lei che le sorelle avevano demandato il compito di parlare, a nome di ciascuna di loro. “Nel primo periodo i rapporti con mia madre sono stati interrotti. Noi avevamo un rifiuto nei confronti dei nostri genitori, non volevamo vederli. – ricorda Raffaella, con non poca emozione – Poi, quando avevo circa 20 anni, mio padre si è ammalato e allora ci siamo riavvicinati. Ma la cosa davvero importante che ha fatto il Villaggio SOS è stata far crescere insieme noi sorelle. Questo è stato vitale.” Il periodo trascorso al Villaggio SOS, Raffaella lo ricorda molto bene: “un periodo in cui ho ritrovato la tranquillità e la serenità, provenendo da una realtà poco felice. L’equipe del Villaggio SOS, la zia e gli educatori mi hanno fatto sentire in una famiglia, quello di cui avevo bisogno” conclude.

Dinanzi all’emergenza di tanti bambini, di cui le famiglie non sono in grado di prendersi cura, SOS Villaggi dei Bambini è da anni in prima linea. Il Ministero del Lavoro parla di un fenomeno che coinvolge circa 26mila bambini e ragazzi con genitori in difficoltà: 14mila accolti da famiglie diverse da quella di origine e 12mila collocati nei servizi residenziali per minorenni. Si tratta del 2,7 per mille del totale degli under 18 che vivono in Italia, a cui vanno aggiunti i minori stranieri non accompagnati. Attualmente, nei 6 Villaggi SOS di Trento, Ostuni (Brindisi), Vicenza, Roma, Saronno (Varese), Mantova, e nel Programma di affido familiare interculturale a Torino, vivono circa 500 minorenni.

E in alcuni casi, insieme ai bambini ci sono anche le loro mamme. Sono le donne sostenute dal Programma Mamma e Bambino, che nel 2019 ha accolto 60 nuclei per un totale di 145 mamme e bambini. Il Programma mira a mettere in sicurezza madri e figli, evitando loro una separazione drammatica e traumatica specie in un momento così difficile come quello che stiamo vivendo a causa dell’emergenza sanitaria in corso. Il progetto prevede numerose attività per il rafforzamento delle capacità genitoriali, dal supporto psicoterapeutico alla mediazione familiare, dal sostegno al ruolo genitoriale ai percorsi di formazione, lavoro e autonomia abitativa, mentre per i più piccoli si concentra su attività di protezione e cura, nonché di supporto psicologico perché il bambino torni a riacquisire la dimensione di spensieratezza a cui ha diritto.

Quando sono arrivata al Villaggio SOS non avevo idea di cosa fosse. – racconta Fernanda, mamma di due bambini, ex beneficiaria del Programma presso il Villaggio SOS di Vicenza - La prima sensazione è stata di essere in una prigione. I primi giorni sono stati difficili. Mi stava tutto un po’ stretto, ero impaziente di tornare alla mia vita. La sera piangevo per il dispiacere, per la sensazione di fallimento. Però mi dicevo di portare pazienza. Piano piano mi sono affidata. Sono rimasta al Villaggio SOS finché il mio compagno è stato allontanato. Una volta partito, siamo potuti tornare a casa, riprendere la nostra quotidianità, fare la pasta, le lavatrici, vedere un film insieme. Sono tornata al lavoro. Ho cambiato numero di telefono, abbiamo cambiato la serratura. Abbiamo iniziato una nuova vita. Oggi mi sento una donna nuova. I miei bambini stanno bene. Possiamo di nuovo parlare del loro papà che è morto, mentre prima era vietato”.

Il Programma Mamma e Bambino è frutto di una visione d'insieme del benessere dei bambini. Spiega Roberta Capella, Direttore dell’Organizzazione: “Il Programma Mamma e Bambino è stato pensato per scongiurare il dramma della separazione tra madri e figli, un rischio concreto nel momento in cui la donna decide di denunciare il suo compagno violento. Grazie a un team selezionato, il nostro percorso di sostegno interviene parallelamente su due fronti: supporta i bambini in ogni fase della crescita e consente a madri e figli di svolgere al meglio il proprio ruolo. L’obiettivo, quando le condizioni lo consentono, resta quello di reinserirle nella società supportandole nella ricerca di un lavoro e di una autonomia abitativa”.  “I bambini, e le donne che subiscono o assistono a violenze domestiche, devono superare fragilità enormi e laceranti. - conclude Capella - Con questo Programma, SOS Villaggi dei Bambini vuole far sì che, nonostante le grandi difficoltà, anche loro possano avere l’occasione di rinascere e costruirsi un futuro felice”.

 

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