Il Villaggio SOS di Mogadiscio si è trovato sotto assedio ieri, quando quattro bombe sono esplose sul suo terreno durante duri combattimenti intorno al villaggio. Due delle bombe sono cadute sul campo da calcio al momento deserto, una terza ha distrutto parte del muro tra la scuola e il campo da calcio e una quarta ha colpito le case degli insegnanti. Fortunatamente la scuola era chiusa per le vacanze e gli insegnanti erano via. Al momento non ci sono feriti.
Per i bambini e lo staff del villaggio è stato allestito un rifugio sicuro dove ripararsi durante gli scontri, presso un edificio in precedenza abbandonato.
Come confermato da Claudio Croce, direttore del progetto, anche alcuni proiettili vaganti hanno colpito il complesso, lasciando nei paraggi dei fori da arma da fuoco. A causa dei combattimenti, lo staff che vive all’esterno del complesso non ha potuto recarsi al lavoro. Di ciò sta risentendo anche l’ospedale, che è ancora aperto ma che per mancanza di personale medico non funziona a pieno regime.
Croce ha aggiunto che la situazione a Mogadiscio è caotica. Oltre ai combattimenti interni al governo di transizione, appoggiato da forze etiopi e da elementi appartenenti in precedenza alle Corti Islamiche, sono scoppiate anche guerre tra clan e molte delle persone che appartengono a questi clan vivono nelle vicinanze del villaggio. Croce ha paragonato la situazione attuale a quella di inizio della guerriglia.
Nel frattempo il Villaggio SOS è operativo e resta in vigore il piano d’emergenza per proteggere gli 82 bambini, i 13 ragazzi e i circa 30 collaboratori che vivono nel villaggio.