COSA SUCCEDE IN SOMALIA
– 19.09.2006
COSA SUCCEDE IN SOMALIA
Oltre una decade di guerra civile, la fuga della popolazione e gli effetti della siccità, la carestia e inondazioni hanno contribuito a mantenere la Somalia al terzo posto nella classifica dei paesi più poveri del mondo
Da quando è stato distrutto il sistema sociale che garantiva anche il sostentamento, si sono verificate riduzione della disponibilità di risorse e della possibilità di accesso ad esse.
Quasi la metà della popolazione vive con meno di 1$ al giorno.
La Somalia ha anche alcuni tra i peggiori indicatori di sviluppo umano nel mondo:
- l’aspettativa di vita media è di 47,6 anni
- la mortalità infantile è di 133/1.000 nascite
- la mortalità prima dei 5 anni è di 225/1.000 nascite
- la mortalità durante il parto è di 1.100/100.000 nascite
Solo il 29% della popolazione totale aveva accesso e disponeva di acqua potabile mentre il 25% aveva accesso all’assistenza sanitaria nel 2003. (statistiche dell’Nazioni Unite).
Tuttavia, gli effetti socio-economici del conflitto sono stati mitigati dall’enorme flusso di entrate (stimate tra 750 milioni di dollari USA e 1 miliardo di dollari USA all’anno) e da un’economia con buone capacità di ripresa.
L'elasticità dell’economia viene attribuita al vivace settore privato e ad un’autonoma società civile.
A differenza degli anni precedenti alla guerra, il settore privato opera con la minima interferenza ed è occupato nel commercio d’esportazione ad alto profitto con gli stati del Golfo e gli altri vicini.
Una storia di grande successo economico in Somalia è rappresentata, per esempio, dall’attivazione di una rete di telefonia mobile e dalla quantità di adesioni che sono riusciti ad avere.
Dopo 15 anni di guerra civile e di mancanza di governo, l'esercito islamico ha recentemente cacciato i signori della guerra e ha stabilito energicamente il suo controllo in alcune zone del paese.
A metà luglio 2006 il Consiglio della Corte Islamica (CIC) ha preso il controllo dell’intera capitale Mogadiscio e di numerose città delle vicinanze.
Gli islamici radicali sembrano essere intenzionati a creare uno stato islamico conservatore in Somalia.
In generale, l’ordine pubblico sembra essere migliorato in qualche misura a Mogadiscio, dove si verificano attualmente piccoli scontri.
Posti di controllo e posti di blocco sono ora controllati dal CIC che non richiede pagamenti ai civili e ai veicoli commerciali, come accadeva precedentemente.
Questa situazione ha portato anche a un abbassamento dei prezzi del cibo .
Tuttavia, la situazione della sicurezza in Mogadiscio rimane instabile per gli stranieri da quando le milizie islamiche hanno preso il controllo.
Nel frattempo il governo della Somalia, una coalizione di signori della guerra e di uomini d’affari, si è stabilito nella città di Baidoa.
Questo governo non ha nessun potere effettivo per guidare la Somalia.
La ricostituzione di un’autorità centrale funzionale nel paese sembra ancora lontana dato che la Somalia è attualmente governata da islamici radicali, signori della guerra e uomini armati indipendenti.
La sicurezza continua ad essere la questione principale e resta difficoltoso per le associazioni come SOS Villaggi dei Bambini aumentare il sostegno e assicurare programmi di sostenibilità.
La situazione umanitaria, particolarmente nelle regioni centrali e meridionali, continua ad essere estremamente fragile.
Si prevede che il principale raccolto di cereali in Somalia nel 2006 sarà povero perchè la maggior parte delle aree sono state colpite da una gravissima siccità.
Secondo le stime della FAO, i prezzi dei generi alimentari di base nella maggior parte del sud della Somalia sono stati più alti del normale per questo periodo dell’anno.
I prezzi dei prodotti sono già cresciuti più del 30% dalla fine del 2005, causando una diminuzione dell’accessibilità ai viveri da parte delle famiglie povere.
Anche i recenti conflitti a Mogadiscio e la presenza militare nella città di Baidoa stanno creando preoccupazione, perchè le conseguenze sono un elevato numero di vittime tra i civili e il la fuga della popolazione.
Dei 2.1 milioni di abitanti disperatamente bisognosi di assistenza umanitaria, le organizzazioni umanitarie riescono a raggiungere solamente 1.4 milioni.
L’impoverimento della popolazione somala non accenna a diminuire.
Migliaia di persone continuano a soffrire a causa di un’economia fratturata, infrastrutture in pessime condizioni, scarsa produzione di cibo e l’assenza di effettivi servizi sanitari e scolastici.
Le donne, i bambini e i profughi interni – la maggior parte delle quali sono donne e bambini - sono le vittime più vulnerabili.
La Somalia ha uno dei tassi di mortalità infantile più alto del mondo e il più basso di immatricolazione scolastica, con un bambino su quattro che sopravvive ai primi 5 anni di vita, mentre solo uno su cinque frequenta la scuola.
Soprattutto le donne subiscono le conseguenza di questa situazione: sono tradizionalmente sottovalutate e ad esse vengono assegnati specifici ruoli subordinati.
Hanno limitate possibilità di accesso all’istruzione di base e alle informazioni che potrebbero aiutarle a fare scelte ponderate nelle questioni importanti delle loro vite.
Alle donne manca anche la possibilità di avere assistenza ostetrica di base e la maggior parte mette al mondo figli aiutate da impreparate e inesperte mamme e membri della famiglia.
Ciò le predispone a soffrire in silenzio per gravi anemie, infezioni croniche, dolorose malattie e fistole.
Dato che lo stato e la salute delle donne sono direttamente collegati a quelli dei bambini, anch’essi soffrono di malnutrizione, diarrea, colera, infezioni respiratorie ....
I bambini (particolarmente le bambine) hanno anche limitate possibilità si accesso all’istruzione, sono economicamente sfruttati e soffrono di problemi psico-sociali derivanti dalla persistente mancanza di protezione.
I profughi sono considerati i più vulnerabili tra i vulnerabili.
Una popolazione stimata tra 370.000/400.000 persone, con 250.000 solo a Mogadiscio (stima del 2005).
I profughi risiedono in insediamenti sovrappopolati, al limitare dell’area urbana, in condizioni tragiche.
Testimonianze parlano di un alto livello di malnutrizione, malattie endemiche e abusi dei diritti umani. Spesso soffrono della mancanza di protezione del proprio nucleo sociale e sono sistematicamente vittime di abusi sessuali da parte dei gruppi armati, le loro proprietà sono spesso depredate e aiutarli significa spesso dirottarli altrove, esponendoli all’insicurezza.
Saranno necessari ancora anni prima di raggiungere una serenità significativa.
Per la gente somala, la vita è una battaglia quotidiana per la sopravvivenza dato che le loro capacità di sopportazione sono state distrutte fino a raggiungere livelli indescrivibili, lasciandoli dipendenti da aiuti alimentari e sanitari e, se fortunati, dalle entrate economiche.
Aiutare queste persone (specialmente donne, bambini e quelli che vivono nei campi profughi) è di importanza capitale e smettere a questo punto porterà inevitabilmente ad una grossissima perdita di vite umane.