Donne nell'ombra: vite di donne in Egitto, Sudan e Libano
– 28.09.2006
DONNE NELL'OMBRA: VITE DI DONNE IN EGITTO, SUDAN E LIBANO
Spesso le donne portano da sole il peso della cura dei figli, della casa e della gestione della vita familiare. Le mamme se sono single e non hanno alcuna stabilità finanziaria, sono spesso consegnate alla povertà. Molte donne nei paesi industrializzati dell'Occidente appartengono a questo gruppo a rischio ma le madri single dei paesi in via di sviluppo sono spesso completamente isolate. Queste donne hanno poca o nessuna speranza di aiuto.
SOS Villaggi dei Bambini si è attivata in modo crescente per sostenere famiglie del Medio Oriente, Egitto e Sudan, applicando ed estendendo la sua esperienza nell’assistenza ai bambini. Poiché in questi paesi le mamme sole con figli sono ai margini della società, e poiché le condizioni delle mamme si ripercuotono sui bambini, i programmi SOS si rivolgono particolarmente a loro.
La sorte di donne e ragazze è spesso simile in modo allarmante in questi pesi: la discriminazione di cui soffrono le donne da adulte può spesso essere rintracciata nella loro infanzia ed inevitabilmente continua nell’età adulta.
Caratteristiche culturali e regionali, particolari condizioni sociali e politiche si traducono spesso in rischi aggiuntivi per le donne.
Un viaggio nel Sudan, in Egitto e in Libano rivela questa situazione.
Protezione – Scambio – Spiegazione
Il caldo è soffocante nel campo rifugiati di Abu Shouk nel Darfur, zona di crisi in Sudan. Non c’è nessuno in vista, a parte un bambino che gioca coi suoi vestiti logori. Le mamme e i loro bambini hanno lasciato il campo, presumibilmente in cerca di legna da ardere. Per le mamme single in particolare, raccogliere legna è un modo umile per far quadrare il bilancio familiare, ma le espone al pericolo. Talvolta le donne non ritornano. Molte non sono o mai state trovate o spesso sono state trovate morte. Fuori dal campo, le donne sono facile preda di assassini, di stupratori e ladri.
Molte delle donne nell’enorme campo rifugiati sono single. Sono vedove, divorziate o sono semplicemente state abbandonate. Spesso hanno più di un figlio. Mariam è una di queste madri. Suo marito è stato ucciso e lei è stata lasciata sola con sette figli. La sua situazione non è pessima come quella di altre donne. Mariam fa le pulizie al centro familiare SOS nel campo. “Devo lavorare. La vita è molto dura qui” dice. Ma è fortunata, poiché non deve lasciare il campo.
Per creare opportunità per le donne, SOS ha aperto un terzo Centro Familiare SOS ad Abu Shouk che offre corsi artigianali per madri single. Queste donne imparano a intrecciare cesti e a produrre altre merci che possono vendere nel campo. Alcune lavorano come baby-sitter presso l’Asilo SOS, mentre altre cucinano per i bambini. Molte delle donne si sottopongono a terapia presso i Centri Famigliari SOS, che provvedono principalmente a bambini e a donne psicologicamente traumatizzati.
“Alcune donne pensavano che la gente le considerasse pazze se avessero accettato aiuto psichiatrico. La terapia rimane un tabù per molta gente” ci dice Jihad, il direttore tecnico del Centro Famigliare SOS ad Abu Shouk. “In passato, non avrebbero portato qui i loro bambini, poichè il pensiero che i loro figli potessero avere problemi psicologici era insopportabile”. Molte di loro ora vengono nei centri, sia bambini sia donne, per superare loro terribili esperienze di guerra, per andare avanti con la loro vita….per avere un futuro.
“Di che cosa desiderereste parlare oggi?” chiede Ghada, l’assistente sociale SOS durante il gruppo di discussione per donne presso il Centro Sociale SOS di Umbada, a 20 km dalla capitale sudanese Khartoum. “Mi piacerebbe sapere perché la circoncisione femminile è nociva” risponde una delle donne. Le donne si radunano regolarmente per la “riunione caffè”, un momento di scambio di pensieri e opinioni.
Ghada descrive le varie forme del circoncisione femminile con schemi e illustrazioni e descrive danni mentali e fisici drastici ed irreversibili.
Diventa chiaro dalla discussione che segue quanto è difficile confrontarsi su pratiche che sono fatte rispettare socialmente, anche se sono estremamente pericolose.
“Che cosa dovremmo dire? Non abbiamo nulla da dire. Non abbiamo un'opinione” dice tristemente una delle donne. “Per le donne non è socialmente accettabile non essere circoncise” dice un’ altra. Ghada prova a scoraggiare questa linea di pensiero, ma si domanda quanto successo avrà. Il tahara euphemistic è una tipologia di circoncisione femminile ancora praticata a quasi tutte le ragazze giovani nel Sudan e Ghada cerca di dare spiegazioni adeguate.
Oltre che di circoncisione femminile, nel centro sociale di SOS di Umbada si discute di tante altre tematiche concernenti le donne, come il sesso protetto, le malattie sessualmente trasmesse e la gravidanza.
Indipendenza - autostima - supporto reciproco
“Ho scoperto il centro sociale di SOS grazie a un amico. Stavo male, avevo gli spasmi ed ho dovuto prendere i neurolettici. Ero depressa e non potevo occuparmi dei miei bambini. A un certo punto ho sentito parlare di SOS Villaggi dei Bambini” ricorda Basima. Basima, che ora è nel pieno delle forze, aveva solo 23 anni quando suo marito è morto, lasciandola sola con due piccoli bambini.
Ha cominciato frequentare il Centro Sociale SOS di Beirut (Libano) all'inizio degli anni 90; inizialmente lo ha frequentato occasionalmente ma poi ha cominciato ad andare più frequentemente.
“Non avevo idea di come fare le cose. Non avevo mai lavorato prima e non avevo mai fatto qualcosa con le mie mani„ Ora ama il cucito che ha imparato nel centro SOS. Basima è economicamente indipendente e i suoi bambini Hana e Sami sono autosufficienti.
Fatima soffre dello stigma di un una donna divorziata, che ha dovuto elemosinare aiuto con i suoi quattro bambini. Sta frequentando il Centro Sociale SOS di Ksarnaba, Libano: “Per la prima volta nella mia vita, non mi vergogno della mia situazione; sono fiera di poter condurre una vita dignitosa„
Ci sono molte altre donne come Basima e Fatima, che hanno avuto limitate occasioni per l’istruzione, che hanno pochi diritti e che dipendono completamente dai loro mariti e famiglie. Se i loro mariti smettono di provvedere alla famiglia, perdono spesso la loro condizione sociale e tutte le forme di sostegno.
Alcune delle donne devono cominciare ancora da zero, come Feriyal che viene dal Cairo.
E’ madre di due bambini e anche lei è stata lasciata da suo marito; la sua famiglia si è rifiutata di aiutarla. Non ha potuto ricominciare se non quando ha incontrato SOS Villaggi dei Bambini in Egitto e Asdiqaa Al-Mawhoubeen, una ONG locale.
Feriyal ha ottenuto un prestito che le ha permesso di aprire un piccolo chiosco. I suoi bambini hanno potuto così andare alla scuola. E mantiene anche i polli adesso.
In poco tempo questa donna, come molte altre corragiose e intraprendenti, hanno avuto modo di provvedere alla famiglia. Una volta che le cose iniziate per migliorare per lei e suoi bambini, Feriyal è stata riavvicinata proprio da quei parenti che avevano rifiutato di aiutarli. “La mia vita era cambiata drammaticamente„ dice Feriyal. “Ho avuto bisogno di aiuto e non sapevo a chi rivolgermi. Ora ho il controllo della mia vita e riesco persino aiutare a mia volta gli altri. Ed i miei bambini hanno un futuro„
Le mamme con bambini disabilii sono uno dei target a cui si rivolge il programma di rafforzamento famigliare SOS al Cairo. Da 14 anni un gruppo di volontari SOS sta assistendo bambini disabili provenienti da povere famiglie del distretto di Zawya Hamra. I volontari sono a loro volta madri che si sono trovate nella stessa situazione.
SOS Villaggi dei Bambini propone a queste donne di condividere conoscenze ed esperienze con altre che vivono la stessa situazione.
Attualmente sono attivi dodici programmi di rafforzamento famigliare tra Medio Oriente, Egitto e Sudan, che vedono come beneficiari oltre 4.500 persone (le donne con i bambini hanno la priorità).
Le storie di Mariam, di Basima, di Fatima e di Feriyal ci mostrano come le donne di questi paesi devono combattere per sopravvivere.
Le storie inoltre indicano che queste donne, una volta che vengono loro date delle occasioni, scoprono loro le abilità e si rafforzano.