LA SITUAZIONE SANITARIA IN SOMALIA
– 19.09.2006
LA SITUAZIONE SANITARIA IN SOMALIA
Il sistema sanitario somalo, come altri servizi sociali, è stato disintegrato dalla guerra. Le costruzioni ospedaliere sono state distrutte e depredate, le strutture gestionali dell'ospedale e i sistemi do sostegno sono stati bloccati e sono cessate tutte le pratiche assistenziali
La guerra civile in Somalia ha prodotto l’esodo di tutte le persone che operavano nel settore sanitario.
Nel paese è rimasto meno del 37% del personale sanitario (analisi della situazione dell’UNICEF 1998).
Da allora i servizi sanitari sono erogati grazie all’aiuto delle organizzazioni internazionali e del settore privato somalo.
Gli ultimi sette anni hanno visto la prolificazione di strutture sanitarie.
Un calcolo della Rete di Informazione Regionale Integrata (IRIN 2004) rivela che 62 di tali strutture si trovano nella sola Mogadiscio, 33 delle quali sono attendibili e 29 incerte.
Nella strada principale di Mogadiscio, IRIN conta 392 farmacie. Queste farmacie, secondo quanto riportato, distribuiscono cattive provviste, medicine scadute e le credenziali dei farmacisti sono discutibili.
Nella sua analisi della situazione del 1998, l’UNICEF, articola questi problemi cercando di verificare le credenziali di questo personale sanitario. Osserva che nessuna verifica dei certificati (molti dei quali sono stati distrutti durante la guerra civile) è stata possibile da parte del WHO e che ogni ulteriore tentativo di controllo dipende dalla ricostituzione di un effettivo sistema di governo.
Ciò detto, il sistema sanitario diffuso rimane povero.
I somali continuano a a morire per l’accumularsi degli effetti dei conflitti armati, della siccità e della carestia alimentare.
Le principali cause di epidemie e di mortalità infantile sono essenzialmente dovute a malattie infettive acute e a malattie contagiose croniche.
Le statistiche dell’ospedale SOS documentano chiaramente la situazione sul posto: 3374 pazienti ricoverati e 56.009 pazienti esterni sono stati soccorsi nell’EPU nel 2005.
I casi più comunemente diagnosticati in ordine di prevalenza sono stati:
- infezioni degli apparati urinari,
- diarrea,
- vermi,
- anemie e
- morbillo.
La mortalità è dovuta principalmente a:
- gravi diarree,
- malaria,
- malnutrizione,
- meningiti
- infezioni dell’apparato respiratorio.
Ulteriori statistiche dello Human Development Report (2003) definiscono il desolato quadro sanitario:
- 26% dei bambini sono sottopeso;
- il 60% dei bambini di 1 anno sono stati completamente vaccinati contro la TB mentre solo il 45% contro il morbillo nel 2002. Di conseguenza morbillo e TB sono diventate epidemiche a Mogadiscio.
Inoltre, il sistema idrico urbano è andato in rovina perciò la maggior parte di residenti di acqua potabile.
Il limitato accesso all’acqua potabile, la scarsa igiene e sanità sono direttamente e indirettamente responsabili delle epidemie di colera.
Inoltre, lo stato di alimentazione povera dei bambini li predispone a soffrire per problemi di malnutrizione che sono sempre accompagnati dalla diarrea.
Le donne, come i bambini, sono fortemente vulnerabili.
Molte muoiono a causa di complicazioni e malattie legate alla gravidanza o ne subiscono le conseguenze disabilitanti. Causa: la scarsa importanza attribuita all’assistenza prima e dopo il parto e alla generale situazione sanitaria delle donne.
Le cure durante la gravidanza sono spesso limitate ai momenti nei quali è disponibile il materiale sanitario, così che solo il 34% delle nascite in Somalia viene assistito da personale esperto (HDR 2003).
Le statistiche dell’Ospedale SOS dimostrano che le epidemie e la mortalità per le donne sono causate principalmente dalla mancanza di servizi per l’assistenza nella gravidanza e dopo il parto.
Nell'Ospedale SOS, le condizioni più comunemente diffuse sono anemia, malattie infiammatorie pelviche, emorragie. Le cause principali della mortalità per parto sono la pre-eclamsia, prolungata contrazione del collo dell’utero, rottura dell’utero, emorragie, setticemia, placenta previa e malaria. Nei Villaggi SOS accogliamo i bambini della Somalia che possono essere adottati a distanza, nei casi in cui siano rimasti senza le cure dei loro genitori.
La crisi causata dalla diffusione del virus dell’HIV/AIDS è imminente in Somalia e, se non viene ben gestita, potrebbe aggravare la già fragile situazione sanitaria.
Il rapporto del CAP (2005) calcola che 100.000 individui in Somalia abbiano già contratto il virus, la maggior parte non ha coscienza del proprio stato.
Il rapporto suggerisce anche che la Somalia ha molti fattori di vulnerabilità che possono facilitare la diffusione del virus dell’HIV/AIDS, tra cui un basso livello di consapevolezza, grandi migrazioni interne ed esterne e dislocamento della popolazione in paesi con alta diffusione del virus. L’ospedale SOS sta cercando di coordinare la diffusione di informazioni sul virus dell’HIV/AIDS. I laboratori e le banche del sangue stanno facendo grandi sforzi per migliorare la sicurezza nel maneggiare sangue, nelle trasfusioni e per organizzare specifici esami per l’HIV.