SUOR LEONELLA, 30 ANNI DEDICATI AL PROSSIMO. IL CORDOGLIO DELL'ASSOCIAZIONE
– 18.09.2006
SUOR LEONELLA, 30 ANNI DEDICATI AL PROSSIMO. IL CORDOGLIO DELL'ASSOCIAZIONE
18/09/06 - I nostri Volontari, i nostri collaboratori, i dirigenti e il personale dei Villaggi SOS Italiani, si uniscono all'immenso cordoglio per l'uccisione di suor Leonella, missionaria della Consolata a Mogadiscio, che prestava il suo servizio umanitario nell'ospedale pediatrico SOS Villaggi dei Bambini e nella Scuola per infermieri professionali
Uccisa a sangue freddo, assieme alla persona incaricata di proteggerla nei suoi spostamenti, Suor Leonella aveva assunto la responsabilità della Scuola Infermieri professionali SOS dal 2002, dopo una lunga esperienza maturata in Kenia. Suor Leonella aveva dedicato la sua vita a chi soffre, senza risparmiare le sue energie, senza risparmiare la sua stessa vita.
Esprimiamo il nostro cordoglio anche per la guardia somala che nell’agguato ha perso la vita insieme a Suor Leonella; ogni giorno, pur sapendo di rischiare la vita, si metteva a disposizione per garantire alla popolazione il servizio umanitario.
La scelta di vita di Suor Leonella rappresenta un caso esemplare.
Missionaria in Kenia fin dagli anni Settanta e quasi al termine della sua missione, aveva deciso, su invito di SOS, di accettare una nuova sfida: collaborare a dare vita e a gestire un progetto ambizioso: dare vita a Mogadiscio ad una scuola per la formazione di infermieri professionali. Un progetto importante in un paese in cui la guerra civile e la instabile situazione politica avevano portato la maggior parte del personale medico a fuggire all’estero.
Anche per la sua trentennale esperienza maturata nel settore Suor Leonella aveva accettato con entusiasmo mettendo subito a frutto le sue straordinarie doti umane e professionali. La scuola, in buona parte finanziata da SOS Italia-Villaggi dei bambini, grazie all’aiuto dei nostri volontari e ad una campagna lanciata presso i nostri sostenitori, ha potuto vedere la luce già nel 2001, seppure in una iniziale situazione di precarietà, ed oggi un primo gruppo di giovani diplomati è in condizione di esercitare la professione.
Per questo al dolore struggente per una morte così violenta si accompagna oggi la preoccupazione per il futuro, a fronte del quale vorremmo poter credere che il tragico episodio sia stato e rimanga una manifestazione isolata di individui che hanno perso il senso della ragione.
Niente infatti poteva far temere, al di là delle normali precauzioni che la situazione di Mogadiscio impone a chi, soprattutto straniero, vi opera, quello che è avvenuto a mezzogiorno, sulla porta del suo ospedale, per mano, sembra, di due killer.
Il Villaggio SOS, attivo fin dal 1986, ospita oggi più di quattrocento bambini fra i più sfortunati della città. L’ospedale pediatrico SOS, realizzato nel 1990 e trasformato nel periodo più caldo della guerra civile in ospedale di guerra aperto ai feriti di tutte le fazioni, è oggi l’unico pienamente funzionante a Mogadiscio e in Somalia.
Anche per questo SOS è attorniato da una reputazione e da un prestigio confermato nel corso degli anni dall’attaccamento crescente della popolazione. Nel 2001 al Villaggio SOS e all’ospedale pediatrico si è aggiunta la Scuola per infermieri professionali, aperta ai giovani che potevano così essere inseriti nella struttura ospedaliera o esercitare una professione tanto rara quanto preziosa a beneficio di una popolazione costretta a vivere in una situazione igienico sanitaria gravemente degradata.
Se SOS oggi è visto come l’ultimo possibile aggancio alla speranza, coltivata dagli stessi abitanti di Mogadiscio e della Somalia, in una risurrezione del Paese dalla situazione in cui è precipitato, lo si deve soprattutto agli operatori: medici, infermieri, Mamme SOS che quotidianamente alimentano con il loro impegno la sfida a difesa della dignità umana. Fra questi le suore della Consolata che, nel 1991 si sono rifiutate di abbandonare il paese scegliendo di mettersi a servizio della gente e collaborare ai progetti di SOS dentro le strutture realizzate a Mogadiscio, sono parte tanto discreta quanto importante.