Educazione e Salute - Sud Sudan
– 27.07.2021
Giocare per vivere, vivere per giocare
Ayoub, un operatore del Villaggio SOS di Juba in Sud Sudan, racconta attraverso Team Up le sfide che caregiver e bambini si trovano a vivere nella regione subsahariana.
“Grazie a Team Up i bambini possono avere lo spazio per affrontare i loro traumi attraverso il gioco e il divertimento!”
Ayoub[1], operatore al Villaggio SOS di Juba, ha appena concluso la formazione Team Up, insieme ad altri 9 colleghi. Con una voce squillante e determinata racconta le sfide che caregiver e bambini si trovano a vivere in Sud Sudan e nella più ampia regione subsahariana.
Una sfida complessa
In questa area dell’Africa, infatti, guerre e conflitti ricorrenti hanno portato a milioni di rifugiati interni.
Oggi appena l’1% della popolazione riceve aiuti umanitari, a causa della mancanza di risorse sufficienti e di personale specializzato, e la salute mentale di circa 2,5 milioni è a rischio[2].
La maggior parte delle persone colpite sono bambini. Molti mostrano segni di stress e riferiscono sentimenti di paura, isolamento, rabbia e tristezza a discapito del loro benessere generale, condizione aggravata dal COVID-19.
Ready for Team Up?
Il Progetto annuale Team Up: Ready? Go!, finanziato dalla Dutch Relief Alliance e implementato dal Global Hub sulla salute mentale di SOS Villaggi dei Bambini, Save the Children Olanda, War Child Olanda e Help a Child, ha l’obiettivo di applicare l’intervento psicosociale Team Up per migliorare il benessere dei bambini colpiti da conflitti.
Team Up, attraverso il movimento e il gioco, consente ai ragazzi di esprimere le proprie emozioni e di imparare a gestirle, migliorando la relazione con i pari e con i caregiver.
Questi, predisponendo un ambiente sicuro e privo di giudizio, offrono ai più piccoli uno spazio di confronto e arricchiscono le proprie competenze professionali.
Team Up, inoltre, prevede strumenti di monitoraggio e valutazione che misurano l’effettivo miglioramento del benessere psicosociale dei più giovani.
Infine, la condivisione di conoscenze e pratiche tra partner che incorporano Team Up nelle attività quotidiane consente di adeguare l’intervento al contesto locale e diffonderlo a livello internazionale.
Le regole del gioco
Il progetto prevede di coinvolgere 800 bambini in un ciclo Team Up, 12 sessioni da 1 ora, implementate da 10 facilitatori formati.
Gli operatori Team Up vengono selezionati tra i professionisti locali delle strutture di accoglienza e acquisiscono competenze e metodologie efficaci per svolgere l’intervento, gestire il gruppo, individuare e segnalare adeguatamente situazioni problematiche.
I loro formatori e supervisori seguono un’ulteriore fase di preparazione rispetto alla gestione dei casi problematici e alle procedure di monitoraggio e valutazione, acquisendo procedure di riferimento.
Un gioco da ragazzi, per migliorare il nostro intervento nel mondo.