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Salute mentale – 10.04.2025

Giovani e salute mentale, crescono i disturbi di bambini e adolescenti in tutto il mondo

La salute mentale dei giovani desta sempre più preoccupazione a livello internazionale. Milioni di ragazze e ragazzi in tutto il mondo soffrono di disturbi mentali diagnosticabili, che vanno dall’ansia alla depressione, passando per i diversi disturbi del comportamento. Un fenomeno su cui è necessario lavorare, per dare concretezza alla qualifica della salute mentale come diritto umano, secondo i dettami dell’OMS.

Negli ultimi anni, la salute mentale è diventata un tema di crescente attenzione pubblica, in particolare a partire dal lockdown del 2020, quando le restrizioni imposte dalla pandemia di Covid-19 hanno reso evidente quanto il benessere psicologico sia importante e quanto incida sul nostro equilibrio quotidiano. Il disagio mentale, però, non è certo una questione nuova, emersa durante la crisi pandemica. Anzi, esiste da sempre, anche tra i più giovani, ma per troppo tempo è rimasto invisibile, silenzioso, sottovalutato. Nel caso di bambini e adolescenti, poi, la salute mentale assume un’importanza davvero cruciale. Le esperienze vissute durante l’infanzia e l’adolescenza, infatti, possono influenzare profondamente il pieno sviluppo della persona. Inoltre, bisogna tenere sempre a mente che il benessere mentale non riguarda solo gli individui, ma si riflette anche nella collettività. Una società che promuove politiche di supporto alla salute mentale, che riduce lo stigma e favorisce l'accesso a risorse psicologiche, contribuisce a costruire una comunità più forte, empatica e inclusiva. In questo senso, la salute mentale non è solo una responsabilità individuale, ma un obiettivo sociale che richiede attenzione e cura a tutti i livelli. Riconoscere la salute mentale come un diritto, e non come un lusso, è il primo passo per costruire una società capace di prendersi cura dei più fragili, a partire dai più giovani.

Quanti giovani soffrono di disturbi mentali nel mondo?

La salute mentale dei giovani è una questione che suscita crescente preoccupazione a livello globale. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, circa 1 adolescente su 7, ovvero il 14% dei giovani tra i 10 e i 19 anni, soffre di un disturbo mentale diagnosticabile. Una percentuale che corrisponde a circa 166 milioni di ragazze e ragazzi nel mondo. I problemi più comuni in questa fascia d'età sono ansia, depressione e disturbi comportamentali, che rappresentano una delle principali cause di malattia e disabilità tra gli adolescenti. Particolarmente allarmante è il dato sul suicidio, che costituisce la quarta causa di morte tra i 15 e i 19 anni, come riportato sempre dall'OMS nel suo fact sheet sull'argomento (aggiornato all’ottobre 2024).

Anche l'UNICEF, nel rapporto The State of the World's Children 2021 – On My Mind, evidenzia che almeno 1 giovane su 5 tra i 15 e i 24 anni manifesta sintomi legati a depressione o ansia. Fattori come l'instabilità economica, le crisi ambientali, i conflitti armati e le pressioni sociali contribuiscono all'aggravarsi di questa situazione. Questo rende particolarmente vulnerabili i minorenni dei Paesi a basso e medio reddito, che però nel 90% dei casi non ricevono alcun trattamento adeguato.

Un’altra situazione particolarmente critica è quella dei bambini e dei giovani adulti che si trovano in affidamento alternativo. Secondo una ricerca condotta a livello europeo, 3 su 4 di questi giovani hanno vissuto traumi significativi prima del loro inserimento in strutture di accoglienza. Oltre la metà ha subito gravi forme di negligenza, il 37% è stato esposto a violenze domestiche nelle famiglie di origine e un terzo ha vissuto con genitori affetti da problemi di abuso di sostanze. Queste esperienze traumatiche aumentano significativamente il rischio di sviluppare disturbi mentali.

Venendo all’Italia, sul tema della salute mentale dei giovani, l'Autorità Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza ha promosso una consultazione pubblica, coinvolgendo oltre 7mila studenti delle scuole secondarie. I risultati hanno rivelato che il 51,4% dei partecipanti soffre in modo ricorrente di stati di ansia o tristezza prolungati, il 49,8% lamenta un eccesso di stanchezza e il 46,5% dichiara di provare nervosismo. Inoltre, il 29% riferisce frequenti mal di testa e il 25,4% segnala difficoltà nel dormire bene.

Le cause dei disturbi mentali: quali sono i nemici della salute mentale di bambini e ragazzi?

I numeri confermano, quindi, che il tema della salute mentale dei giovani richiede interventi urgenti ed efficaci. Per metterli in atto, però, bisogna andare alla radice di questi problemi e comprendere le cause dei disturbi mentali che colpiscono bambini e adolescenti. Senza aver individuato i “nemici” è impossibile per prevenire, riconoscere e intervenire precocemente. Nei loro studi, OMS e UNICEF sottolineano che i fattori di rischio sono molteplici e spesso interconnessi.

Tra i più rilevanti vi sono le già citate esperienze traumatiche, come abusi, trascuratezza, violenze domestiche o separazioni familiari difficili, che segnano in modo profondo lo sviluppo emotivo e cognitivo dei minorenni.

Accanto ai traumi, un ruolo chiave è giocato dalle pressioni scolastiche e sociali, che negli ultimi anni si sono intensificate. La competizione scolastica, la paura di fallire e l’ansia da prestazione contribuiscono a generare insicurezza e stress, soprattutto in assenza di adeguati strumenti di supporto psicologico. A ciò si aggiunge l’influenza dei social media, che, sebbene offrano spazi di espressione e connessione, possono alimentare senso di inadeguatezza, isolamento e dipendenza da approvazione esterna. Il cyberbullismo, in particolare, è una minaccia crescente, che secondo recenti stime colpisce oltre il 15% degli adolescenti europei.

Un altro fattore cruciale è rappresentato dalla solitudine e dall’isolamento sociale, acuiti in modo drammatico durante la pandemia di Covid-19, che ha privato molti ragazzi di relazioni stabili e momenti di confronto con i propri pari.

Anche le condizioni socioeconomiche difficili, come povertà, precarietà abitativa e disoccupazione dei genitori, possono aumentare il rischio di sviluppare disagio mentale, esponendo i giovani a un costante stato di stress.

Infine, stili di vita poco salutari, come una cattiva alimentazione, la carenza di sonno e la mancanza di attività fisica, possono aggravare sintomi già presenti, contribuendo al peggioramento del benessere psicologico.

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Il benessere mentale come diritto umano

È bene precisare, però, che il benessere mentale dei giovani non va inquadrato soltanto come una questione di salute pubblica, ma come un vero e proprio diritto umano fondamentale. Un diritto espressamente riconosciuto a livello internazionale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, qualifica chiaramente la salute mentale come “diritto umano universale”. La stessa OMS sottolinea che ogni persona, indipendentemente dall’età, ha diritto a servizi di salute mentale che siano disponibili, accessibili, accettabili e di qualità, nonché il diritto di essere trattata con dignità, senza discriminazioni e all’interno della propria comunità. Un approccio condiviso anche dall’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (OHCHR), che evidenzia la necessità di promuovere un approccio alla salute mentale basato sui diritti umani, superando modelli puramente clinici o coercitivi a favore di percorsi di cura partecipati e rispettosi dell’individuo.

In questo quadro, la tutela della salute mentale dei giovani assume un’importanza strategica anche per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. In particolare, l’Obiettivo 3 (Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età) comprende espressamente la promozione del benessere mentale, riconoscendone il ruolo chiave nello sviluppo armonico degli individui e delle comunità. Anche l’Obiettivo 4, dedicato all’educazione di qualità, e il l’Obiettivo 10, che si occupa di riduzione delle disuguaglianze, sono strettamente connessi con il tema del benessere mentale dei giovani, perché l’accesso a un ambiente educativo sano e l’eliminazione delle barriere all’inclusione sono condizioni essenziali per favorirlo.

Riconoscere il benessere mentale come un diritto umano non è una questione meramente formale ma significa agire a più livelli per tutelarlo: normativo, educativo, sanitario e sociale. Significa investire in politiche pubbliche che pongano al centro la dignità della persona, contrastino lo stigma e garantiscano a ogni ragazzo e ragazza, ovunque nel mondo, la possibilità di crescere in un ambiente che favorisca il proprio equilibrio psicologico, affettivo e relazionale.

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L’impegno di SOS Villaggi dei Bambini per la salute mentale dei giovani

Per agire sul disagio mentale, quindi, serve un impegno ampio e strutturato, che coinvolga in primo luogo gli Stati e le loro istituzioni, ma anche il mondo del non profit. Per questo motivo, la salute mentale dei minorenni è da tempo al centro del nostro lavoro educativo e sociale. In un’ottica di protezione integrata, come SOS Villaggi dei Bambini, abbiamo progressivamente rafforzato il nostro approccio psicosociale, promuovendo interventi capaci di intercettare precocemente il malessere emotivo, fornire supporto qualificato e creare contesti relazionali capaci di favorire resilienza, autostima e benessere duraturo.

Si muove in questa direzione anche EASE-Y, un progetto finanziato dal programma EU4Health di HaDEA, sviluppato in collaborazione da SOS Villaggi dei Bambini Italia, Bulgaria, Croazia, Ungheria e Tenenet in Slovacchia. Avviato a settembre 2024, il progetto avrà una durata triennale e si svilupperà con la supervisione e la ricerca garantite da Italia (Università di Verona) e Paesi Bassi (Università di Vrije di Amsterdam).

Grazie a EASE-Y, vogliamo offrire agli adolescenti che affrontano difficoltà emotive, il supporto necessario per affrontarle con maggiore consapevolezza. A tale scopo, forniremo interventi mirati di salute mentale e supporto, aiutando ragazze e ragazzi a gestire lo stress e a migliorare il proprio benessere. Inoltre, rafforzeremo le competenze della comunità, potenziando le capacità degli operatori locali, educatori e assistenti comunitari, fornendo loro strumenti concreti per implementare efficacemente il programma EASE e supportare i giovani in contesti difficili.

Il progetto si basa sul programma EASE – Early Adolescent Skills for Emotions, un intervento psicologico di gruppo sviluppato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dal Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia per affrontare sintomi di stress, ansia e depressione in ragazzi tra i 10 e i 15 anni.

L’intento alla base del progetto è di contribuire alla ricerca e allo sviluppo di buone pratiche per il miglioramento continuo del supporto alla salute mentale degli adolescenti. Entro settembre 2027, il progetto mira a:

  • Offrire supporto psicosociale a 720 adolescenti e 600 caregiver, aiutandoli a gestire ansia, stress e depressione;
  • Formare 46 operatori non specialisti, capaci di condurre gruppi EASE in modo sicuro ed efficace;
  • Produrre materiali psicoeducativi per facilitare l’identificazione precoce dei problemi di salute mentale;
  • Favorire la collaborazione e la ricerca, con supervisione da parte di esperti nei Paesi Bassi e in Italia, e contribuire alla definizione di politiche basate su evidenze scientifiche.

Il progetto EASE-Y, quindi, rappresenta un passo concreto verso il rafforzamento dei sistemi di supporto alla salute mentale degli adolescenti, puntando su prevenzione, inclusività e sostenibilità.

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