SOS villaggi dei bambini
– 23.10.2019
SOS Villaggi dei Bambini, in 70 anni aiutati 13 milioni di persone. Per ogni euro investito, 5 tornano alla comunità
Sono i risultati principali di un modello virtuoso di accoglienza emersi dalla prima analisi dello “SROI”, il Ritorno Sociale dell’Investimento, realizzata in collaborazione con Boston Consulting Group. Numeri che danno la dimensione dell’impatto economico positivo generato dai programmi di accoglienza e sostegno familiare a favore di bambini e ragazzi privi di cure familiari.
C’è Dayana, 21 anni dal Perù, madre da quando ne aveva 14. Senza soldi e il sostegno di una famiglia, temeva di non farcela. Oggi invece è una mamma premurosa e una donna indipendente grazie a un percorso di formazione professionale. E poi c’è Erwin, che oggi fa l’artigiano e il nonno a Berlino, ma ricorda quando ancora bambino è stato allontanato dalla famiglia d’origine per essere accolto in un Villaggio SOS. Loro sono solo due degli oltre 13 milioni di persone nel mondo che negli ultimi settant’anni hanno ricevuto le cure e il supporto di SOS Villaggi dei Bambini, organizzazione impegnata dal 1949 al fianco di bambini e ragazzi privi di cure familiari o a rischio di perderle.
Un modello virtuoso di accoglienza capace di generare un impatto nettamente positivo in seno alla comunità anche in termini economici. Si stima infatti che per ogni euro investito dall’organizzazione nei programmi di accoglienza e sostegno familiare, la società ne riceva indietro in media 5. Il dato emerge dalla prima analisi del “Ritorno Sociale dell’Investimento” (SROI), una misurazione finanziaria delle attività in Italia e nel mondo, che l’organizzazione ha realizzato a livello globale, in collaborazione con Boston Consulting Group, al fine di migliorarne qualità e trasparenza.
I risultati del rapporto di valutazione dell’impatto sociale sono stati presentati oggi presso la sede milanese della nota società di consulenza strategica. Un’analisi condotta in dodici Paesi: Italia, Benin, Bolivia, Bosnia Erzegovina, Costa d’Avorio, Swaziland, Etiopia, Nepal, Palestina, Perù, Togo, Tanzania.
«L'iniziativa si inserisce nel solco della collaborazione di lungo periodo di BCG con SOS Villaggi dei Bambini e in linea con le indicazioni recenti del legislatore sulla valutazione di impatto. Il terzo settore, nelle economie avanzate come la nostra dove ha storicamente grande rilevanza, non può più prescindere da essa per liberare e incanalare al meglio energie e risorse private», commenta Giuseppe Falco, Amministratore Delegato di BCG in Italia, Grecia, Turchia e Israele.
«La novità del metodo che proponiamo - aggiunge Falco - è esattamente la sua applicabilità alle economie avanzate, dove le esigenze dei bambini in difficoltà, i “gap” presenti a livello di sistema e l'efficacia degli interventi sono più difficili da misurare rispetto ai Paesi in via di sviluppo. Ciò vale naturalmente anche per l'Italia, dove BCG prosegue il suo impegno verso il Paese mettendo a disposizione risorse altamente professionalizzate sia per progetti pro-bono che per attività di volontariato nel tempo libero».
Gli effetti positivi sulle generazioni future. Rompere il cerchio dell’abbandono
Nel complesso sono 4 milioni i bambini e i ragazzi di cui l’organizzazione si è presa cura direttamente in settant’anni di attività, attraverso i programmi di accoglienza (225mila) e di sostegno familiare (3,7 milioni).
Oltre 9 milioni sono invece le persone che l’organizzazione stima di aver raggiunto indirettamente dal 1949 a oggi grazie ai programmi di accoglienza (2 milioni) e di sostegno familiare (7 milioni). La cura dei bambini, infatti, si trasmette alle generazioni successive: i figli delle persone che beneficiano dei programmi di SOS Villaggi dei Bambini diventano a propria volta buoni genitori rompendo il circolo dell’abbandono e della separazione.
«Valutare l’impatto che la nostra attività generà per la società non è soltanto un’operazione di trasparenza. È soprattutto uno strumento per migliorarci e offrire ai bambini e alle loro famiglie un servizio sempre più efficace. Perché un bambino che ha avuto un’infanzia serena, e che si è sentito accolto, sarà un adulto in grado di prendersi cura di se stesso e dei propri figli. In altre parole diventerà una risorsa per la società intera», commenta Roberta Capella, Direttore di SOS Villaggi dei Bambini.
Lo studio sull’attività del Villaggio SOS di Vicenza
In Italia SOS Villaggi dei Bambini ha realizzato un progetto pilota di valutazione dell’impatto sociale relativo al Villaggio SOS di Vicenza. Si tratta di un lavoro inedito che nei prossimi anni verrà esteso a tutti i Villaggi e i Programmi SOS presenti in Italia (Mantova, Ostuni, Roma, Saronno, Trento, Torino e Calabria).
Nel caso italiano il rapporto costo-benefici è pari a 2,26:1. Ciò significa che per ogni euro investito nei programmi di accoglienza familiare ne ritornano alla comunità 2,26.
Tra le leve che più concorrono al risultato, l’impatto delle spese sull’economia locale primeggia col 44%: in sostanza i costi del programma (stipendi del personale, acquisto di beni e servizi) vengono iniettati direttamente nell’economia locale. Segue col 35% il reddito percepito dai beneficiari dei programmi, una volta raggiunta l’autonomia economica. Non trascurabile il risparmio per il sistema dell’accoglienza statale (6%), considerato che i costi sostenuti dall’organizzazione (pari al 21% del totale) non gravano sul bilancio pubblico.