Diritti dell’infanzia in Italia: quasi un bambino su tre a rischio povertà ed esclusione sociale, offerta educativa e culturale con divari notevoli tra Nord e Sud. Bassa natalità diffusa ovunque
Presentati i dati regione per regione del Gruppo CRC. Cinque raggruppamenti tematici definiti, declinati per ogni singola regione d’Italia.
Milano, 13 giugno 2019 – In Italia, quasi 1/3 dei bambini e degli adolescenti sono a rischio povertà ed esclusione sociale[1]; gravi sono i divari regionali: in Sicilia sono il 56%, in Calabria sono il 49%, in Campania il 47%, in Puglia il 43%. All’opposto, Friuli ed Emilia Romagna (circa 1 bambino su 7, ovvero rispettivamente il 14,9% e il 15,8%) poi Veneto (17,5%) e Umbria (20%). Sono 2.156.000 i bambini e ragazzi che oggi in Italia vivono in condizioni di povertà relativa; più di un minorenne su 5. Il Rapporto “I diritti dell’infanzia e dell’Adolescenza in Italia: I dati regione per regione 2018”, del Gruppo CRC, fotografa nel dettaglio l’incidenza in ciascuna regione, indicando quanti vivono, e dove, molto al di sotto della media nazionale. In questo contesto l’Italia è il secondo paese più vecchio del mondo, caratterizzato da bassa natalità in quasi tutte le regioni, con livelli preoccupanti in Liguria e Sardegna, dove nascono 6 bambini ogni mille abitanti (6,1). Bolzano invece stacca di 3,5 punti la media italiana (10,2 vs 7,6).
Il Gruppo di Lavoro per la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (CRC) è un network attualmente composto da 96 soggetti del Terzo Settore che da tempo si occupano attivamente della promozione e tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ed è coordinato da Save the Children Italia. Al fine di facilitare la comprensione della condizione dei minorenni nei diversi territori, quest’anno si è deciso di sperimentare una nuova pubblicazione con l’obiettivo di fornire una fotografia regione per regione in grado di offrire una panoramica sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza nei vari territori, presentata oggi a Milano: “I diritti dell’infanzia e dell’Adolescenza in Italia: I dati regione per regione 2018”. La pubblicazione restituisce una fotografia su base territoriale realizzata a partire dai dati disponibili dalle fonti ufficiali disaggregati su scala regionale.
Come evidenziato da sempre con i Rapporti CRC, anche dalla lettura di questi dati emerge una forte differenziazione territoriale che impone una riflessione a livello nazionale e locale: come recentemente proposto anche dal Comitato ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nelle proprie raccomandazioni all’Italia occorre “portare avanti misure urgenti per rispondere alle disuguaglianze regionali rispetto all’accesso al sistema sanitario, alla lotta alla povertà, alla garanzia di alloggi dignitosi, inclusa la prevenzione di sgomberi, allo sviluppo sostenibile e all’educazione in tutto il Paese”[2]. Questo primo lavoro di ricognizione dei dati esistenti permette anche di evidenziare le lacune del sistema nazionale e regionale di monitoraggio e di raccolta dati sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza. I dati sono suddivisi in schede regionali e in cinque raggruppamenti tematici definiti: 1) Dati demografici, 2) Ambiente familiare e misure alternative, 3) Educazione, gioco e attività culturali, 4) Salute disabilità e servizi di base, 5) Povertà e protezione.
1. Dati demografici
I minorenni presenti in Lombardia sono 1.667.310, il 17% della popolazione totale della regione, contro una media nazionale del 16,2%. Il tasso di natalità (per mille abitanti) è di 7,9, superiore dello 0,3 alla media nazionale (7,6). La speranza di vita alla nascita è di 83,3 (leggermente superiore alla media di 82,7). Le famiglie con 5 o più componenti sono 4,4 su 100, rispetto alla media italiana di 5,3, mentre i nuclei monogenitoriali sono il 14,5% (-1,6 rispetto alla media italiana)
2. Ambiente familiare e misure alternative
Per l’affidamento familiare il tasso (al netto dei MSNA) è di 1,3 ogni mille residenti (media italiana 1,4). I bambini e gli adolescenti stranieri in affidamento familiare sono il 19,3%, +1,7% rispetto alla media. Rispetto alla durata il 23% ha una durata inferiore all’anno contro la media nazionale del 17,4%, mentre il 34,4% degli affidi va oltre i 4 anni (- 7,9 rispetto alla media nazionale) Il tasso per mille residenti di 0-17 anni (al netto dei MSNA) nei servizi residenziali per persone di minore età è di 1,1 (nazionale 1,3).
Rispetto all’adozione i dati confermano anche per la Lombardia che il numero di famiglie che si rendono disponibili per l’adozione nazionale (996) è di molto superiore a quello delle famiglie che danno disponibilità per l’adozione internazionale (537), e decisamente maggiore rispetto al dato dei minorenni dichiarati adottabili (303).
3. Educazione, gioco e attività culturali
Per quanto riguarda l’offerta educativa per i bambini dalla nascita ai sei anni in Lombardia la percentuale di posti disponibili nei servizi educativi per l’infanzia rispetto alla popolazione sotto i tre anni è del 27,5% (superiore quindi alla media nazionale del 22,8 ma sotto obiettivo europeo del 33%, e inferiore a Regioni del centro come Emilia- Romagna 35,7%, Umbria 37,2%, 32,7% Toscana). La distribuzione territoriale di tali servizi all’interno della Regione, come rilevata dalla percentuale di comuni dotati di almeno un servizio (89,1%), è decisamente più alta rispetto alla media nazionale (55,7%). La percentuale di spesa pagata dagli utenti è superiore a quella pagata nel resto del Paese, 24,9% (20,3% media). I bambini iscritti alla scuola dell’infanzia in Lombardia sono 276.383. La percentuale di bambini di 4-5 anni che frequentano è del 90,7% (-1,3 rispetto alla media nazionale). Il 56,6%, dei bambini sono iscritti alla scuola pubblica (-14,2% rispetto alla media), quasi sempre a gestione statale (76,9%).
4. Salute disabilità e servizi di base
I bambini in sovrappeso in Lombardia sono il 19,2%, (-2,1% rispetto alla media nazionale) e gli obesi 4,5 (-2,7). Anche Il tasso di mortalità infantile è inferiore (-1,2) alla media nazionale e pari a 1,6 ogni mille piccolissimi. Le coperture vaccinali a 36 mesi, indicano che la coorte di nascita 2014 ha una copertura vaccinale anti-polio pari a 94,99% a 36 mesi mentre nel caso del morbillo è pari al 94,53%, avvicinandosi quindi al 95%.
Manca tra i dati, sia a livello regionale che nazionale, il numero dei bambini con disabilità nella fascia 0-6 anni. L’unico indicatore di riferimento presente è il dato INPS che però rende noti solo i minorenni con indennità di frequenza e/o di accompagnamento. Nessun dato invece rispetto alle tipologie di disabilità e che permetta una fotografia della loro condizione e della possibilità di accedere a servizi che non siano quelli scolastici.
5. Povertà e protezione
La percentuale di persone di minore età in povertà relativa in Lombardia è 7,5 punti inferiore alla media nazionale, e pari al 14% dei residenti. I minori a rischio povertà ed esclusione sociale sono il 22,8% rispetto alla media del 32,1%.
I minorenni stranieri non accompagnati presenti e censiti nel 2018 erano 973 sul totale nazionale di 12.457 (7,8%).
“In Italia permangono ancora numerose e profonde diseguaglianze regionali nell’accesso e nella qualità dei Servizi di salute, dei servizi educativi, e nell’incidenza della povertà, che di fatto significa che le persone di minore età hanno differenti opportunità e diritti a seconda di dove nascano e crescono. Si tratta di forte discriminazione su base regionale, che ha un forte impatto sulla vita dei bambini, e che rende indispensabile avviare una riflessione strategica rispetto alle politiche per l’infanzia e adolescenza, da cui derivi l’assunzione di un impegno reale da parte delle istituzioni competenti per risolvere le criticità ancora insolute”. Commenta Arianna Saulini, di Save the Children, coordinatrice del Gruppo CRC. “Con questo lavoro le Associazioni del Gruppo CRC intendono stimolare un processo che porti ad una maggiore conoscenza e consapevolezza della condizione dell’infanzia nei singoli territori, e conseguentemente superare le disparità che si fanno sempre più acute”.
Per leggere i report CRC: https://www.sositalia.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/rapporti-crc
[1] L’AROPE è l’indicatore di rischio povertà ed esclusione sociale calcolato attraverso l’indagine europea Eu-Silc, definito come l’insieme delle famiglie a basso reddito e/o a bassa intensità lavorativa e/o con grave deprivazione materiale.
[2] CRC/C/ITA/CO/5-6, punto 15 lett.a